Difendere il secondo posto (da ieri il Napoli è a -3), e provare a superare i sedicesimi di Europa League. Sono questi i nuovi obiettivi della Roma americana, che (salvo miracoli) chiuderà il suo 4? anno di gestione senza un trofeo, anche se a Trigoria c’è chi vede nel match con la Juve l’ultima speranza scudetto. Ma sono in pochi a crederci, e il nuovo traguardo può confortare da un punto di vista economico (l’accesso diretto in Champions il prossimo anno vale 50 milioni a cui vanno aggiunti incassi e sponsor) ma ha smontato l’entusiasmo della piazza e mette in dubbio un progetto tecnico che finora è costato una fortuna. La Roma, infatti, tra mercato estivo e invernale è la squadra che in Italia ha speso di più (85 milioni d’acquisti a fronte dei 42 incassati dalle cessioni) senza contare i riscatti da pagare in estate e i rinnovi con adeguamento di Pjanic, Maicon, Gervinho Florenzi e Castan, ma anche di Garcia. Il tecnico è atteso da 6 giorni di fuoco in cui si gioca anche una fetta di futuro. «Ma invertire la rotta ora è dura - spiega Adani, ex calciatore e commentatore Sky - Lo scudetto ormai è lontano e ora Garcia deve guardarsi dal Napoli. Speravo e credevo in una lotta più lunga. La Roma può anche arrivare seconda, ma non ci si può arrendere a metà campionato anche perché la rosa messa a disposizione vale molto. Il progetto tecnico comunque resta valido». Per Pruzzo «con un altro allenatore oggi la Roma avrebbe 8-9 punti in più, ma cambiarlo ora non servirebbe a nulla» mentre Rizzitelli è più duro «a Trigoria qualcuno ha alzato la cresta, sono stati sopravvalutati alcuni elementi e Garcia sta sbagliando molto. Era l’anno buono per vincere, e ancora si può fare qualcosa ma stavolta il secondo posto sarebbe un mezzo fallimento». Insomma il tecnico non è più intoccabile, e anche con Sabatini la sintonia è scesa ai minimi storici. Basti pensare alla differenza di vedute sulla scelta del preparatore atletico Rongoni, sul mercato, sulla gestione dei giovani (Paredes e Uçan su tutti) e sulla comunicazione. Anche tra i giocatori qualcosa non va e gli spifferi ormai sono diventati troppo forti per essere ignorati. C’è chi accusa i compagni di scarso impegno, chi si dice confuso sul ruolo, chi da tempo non è convinto delle scelte tattiche e tecniche. Il più confuso però sarà Pallotta che stamattina sbarcherà a Milano (sarà ospite di un evento organizzato dall’American Chamber of Commerce) e in serata sarà a Roma. Pallotta - che tornerà a Boston a metà della prossima settimana - vuole vederci chiaro, parlare con Garcia e Sabatini e provare a dare la scossa alla squadra in vista di Feyenoord e Juve. A parole il presidente confermerà entrambi, ma a giugno le cose potrebbero cambiare.
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«Roma, ti sei buttata via»
Adani, Pruzzo e Rizzitelli concordi: è la stagione dei rimpianti
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