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Roma, Spalletti alza i toni

«Bisogna avere la testa dentro al nostro lavoro. O si fa vedere di essere concentrati, belli decisi e determinati per i nostri obiettivi o non c’è tanta possibilità quando si gioca nella Roma di poterci abbinare qualcosa alla nostra vita»

Redazione

«Uno esce e brontola, l’altro ha il visuccio in panchina. Ora basta: zitti e pedalare». Chi pensava potesse bastare una vittoria col Frosinone per tranquillizzare Spalletti era fuori strada. Tra caccia a «topini» che riportano notizie, «giochini» alla squadra e richiesta di «medici da Roma» il tecnico alla vigilia della gara col Sassuolo ha roteato il bastone cercando di colpire tutti i problemi del club messi in evidenza anche da Zeman e Garcia. In primis quelli dello spogliatoio: «Bisogna avere la testa dentro al nostro lavoro. O si fa vedere di essere concentrati, belli decisi e determinati per i nostri obiettivi o non c’è tanta possibilità quando si gioca nella Roma di poterci abbinare qualcosa alla nostra vita. Per Garcia il risultato dipende dalla prestazione? Vero, ma anche da un certo tipo di lavoro in settimana». Niente festeggiamenti per la 1ª vittoria del 2016 quindi («È stata importante perché ci permette di affrontare le prossime come se fossero finali») anche perché c’è da fare la conta degli infortunati. Tra cui Dzeko uscito contrariato sabato: «Non ci sarà perché ha un problema al polpaccio. È arrabbiato perché non riesce a dare quello che vorrebbe, ma se sapete qualcosa di più preciso ditemelo. Le sentinelle sono scomparse, però ero in ufficio e ho visto passare un topino. Quello sicuramente qualcosa racconta. Ci sta che lo pigli prima o poi».

Altre note dolenti: «Maicon ha i suoi problemi che vanno gestiti. Totti ha un dolore al gluteo. In questa situazione anche i medici devono essere medici da Roma». E qui la prima bordata a uno staff gestito dal tedesco Ripenhof che a Trigoria non si vede mai mentre Del Vescovo, essendo radiologo e non medico dello sport, non siede nemmeno in panchina. Poi il tecnico svela «un giochino» riservato alla squadra: «Ho lasciato un biglietto a tutti i calciatori e ho detto loro di scrivermi la formazione. Hanno scritto solo 11 giocatori e tutti diversi. Se questa è la regola farò come hanno detto loro. Non voglio lamentele, ne faccio giocare 11 e da qui in avanti chi entra dovrà stare zitto e pedalare». Ne ha per tutti Spalletti che chiude in anticipo il mercato: «Non possiamo fare altro e comunque sono soddisfatto della rosa». Una carezza la dedica all’avversario di giornata: «Di Francesco ha fatto diventare più bello il nostro calcio. Era allenatore già quando faceva il team manager a Roma, a volte mi cambiava pure la formazione...».

(F. Balzani)