n primo grado era stato condannato a 26 anni di reclusione per l’omicidio del tifoso napoletano Ciro Esposito e ora, nel processo d’appello, Daniele De Santis potrebbe ottenere uno sconto di pena di 6 anni.
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Per De Santis chiesto lo sconto di pena di 6 anni
L'avvocato della famiglia Esposito: "Spero che Ciro non venga colpito un’altra volta"
Nell’udienza di ieri e al termine della propria requisitoria, il procuratore generale Vincenzo Saveriano ha chiesto 20 anni di reclusione per ‘Gastone’ confermando l’accusa di omicidio volontario. Escluse, invece, sia l’aggravante dei futili motivi che quella di aver preso parte ad una rissa in quanto, come dichiarato dal magistrato, “il fatto non sussiste”.
Nella stessa udienza è stata sollecitata anche l’assoluzione per gli altri due imputati, i tifosi partenopei Gennaro Fioretti e Alfonso Esposito, accusati di rissa e lesioni e già condannati a 8 mesi di carcere. La vicenda, come ricostruito dagli investigatori, risale alle ore immediatamente antecedenti l’inizio della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina del 3 maggio del 2014. Prima di giungere allo stadio Olimpico, il pullman di supporter azzurri in cui si trovava Ciro Esposito, feceva sosta a Tor di Quinto.
Proprio qui i tifosi del Napoli entravano in contatto con Daniele De Santis e altri 6 tifosi, rimasti non identificati, che avrebbero dato l’assalto al pullman a suon di petardi dando il via a violenti scontri. Attimi concitati poi il rumore sordo di un colpo di pistola, esploso da “Gastone” con un’arma da fuoco con matricola abrasa, con il proiettile che centrava in pieno Ciro, condannandolo ad un’agonia di 53 giorni. "Spero che Ciro non venga colpito un’altra volta. Non possono essere negati aggravanti e futili motivi. La sentenza di primo grado va confermata e lo Stato non deve dare cattivo esempio. Mi dispiace molto anche per la madre di Ciro che lotta per la pace e ancora oggi deve subire ingiustizie". ha commentato, deluso e scuro in volto, l’avvocato Angelo Pisani che cura gli interessi della famiglia di Ciro Esposito.
(D. M. Ruffolo)
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