Non ci sarà solo Philippe Mexes tra i Re caduti all’Olimpico. Anche Jeremy Menez che a Roma non è riuscito mai a farsi incoronare. Né da Spalletti, né da Ranieri prima e Montella poi. Luis Enrique lo bruciò vivo come Nerone. Se ne tornò a Parigi con una valigia piena di numeri da circo ancora da mostrae e tanta rabbia con poca voglia di parlare di tre anni persi. Da una Curva Sud che non fece mai innamorare a quella del Milan già pazzo di lui, delle sue giocate da Disneyland Paris. Otto reti in pochi mesi di rossonero, una in più del suo triennio sotto i sette colli. Non male. Sabato sera torna all'Olimpico maturato, forse col dente avvelenato, sicuramente leader di una squadra ancora in cerca d'identità, pronta ad appoggiarsi a lui per non cadere nuovamente come a Genova. Nessun dubbio di formazione per Inzaghi che conferma totalmente l’11 che ha preso a “pizze” Benitez. Niente El Shaarawy, niente Pazzini e figuriamoci Torres (possibile ritorno al Liverpool) rimasto in palestra con ancora un po’ di febbre (da 90?) da smaltire...
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Menez 2.0, prima volta da ex all’Olimpico
Otto reti in pochi mesi di rossonero, una in più del suo triennio sotto i sette colli.
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