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Il Signore in giallorosso. Addio a Massimo Ruggeri, conduttore ironico e garbato

Da 30 anni guidava la storica trasmissione sulla Roma. Funerale impossibile per il virus

Redazione

Se n'è andato per sempre, nella sua città. In un silenzio che fa male, e che faceva male soprattutto a uno come lui, scrive Francesco Balzani su Leggo.

Sorridente, ironico, con la battuta pronta e la voglia di lavorare coi giovani. Se n'è andato di notte, senza disturbare. Come amava condurre le sue trasmissioni. Come da 30 anni conduceva la celebre Signora in giallorosso.

Nella notte tra domenica e lunedì è morto Massimo Ruggeri, volto storico delle tv romane e romaniste. Un infarto lo ha colto nel sonno e tolto ai suoi cari: la moglie Caterina e i figli Anna Giulia e Umberto.

Un signore in giallorosso scomparso a 69 anni, che aveva iniziato la carriera collaborando con Il Tempo prima di creare dal nulla - negli anni 90 - un format che ha attraversato 30 anni di storia romanista: La Signora in Giallorosso, ideata da lui e andata in onda su varie emittenti locali a partire da T9 per finire a Teleroma56. Una trasmissione elegante, ironica che ha avuto come ospiti fissi l'ex campione Boniek e il noto cronista Gianfranco Giubilo oltre a un centinaia di personaggi tra mondo dello sport, dello spettacolo e del giornalismo. Nemmeno l'avvento delle pay tv ha scalfito lo zoccolo duro di un pubblico che ha seguito Ruggeri fino all'ultimo. Lui che non ha mai saltato una puntata, nemmeno quando era venuta a mancare la mamma.

Sempre al suo posto a raccontare le vicende della sua Roma. Dall'epoca di Viola a quella di Sensi, dallo scudetto del 2001 fino all'era americana. Anzi fino allo scorso 5 marzo, data dell'ultima trasmissione andata in onda prima dello stop al campionato per l'emergenza coronavirus.

Tantissimi i messaggi di cordoglio da parte del mondo romanista in una città spaventata, triste. Tra questi anche il tweet ufficiale della Roma: Un signore in giallorosso. Ciao Massimo.

Lo stesso ha fatto Zibì Boniek, oggi presidente della Federcalcio polacca: "Che dolore, non ti dimenticherò mai". Ruggeri era anche un giocatore professionista di bridge oltre che un conduttore radiofonico. Sotto la sua ala protettiva sono passati tantissimi cronisti che oggi raccontano il mondo giallorosso e che lo ricorderanno senza poterlo salutare in una Roma in cui sono vietati pure i funerali.