Arresti e perquisizioni dopo gli scontri di domenica al termine del derby Roma-Lazio. Le indagini delle forze dell’ordine per risalire ai partecipanti dei disordini sono proseguite per tutta la notte successiva.
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«Derby, armi per uccidere»
Nell’auto di un supporter giallorosso, di 23 anni, sarebbe stato trovato un vero e proprio arsanale, con sei bottiglie molotov, 25 bastoni, un martello, 18 bombe carta e un coltello.
E nelle operazioni attorno allo Stadio Olimpico è stato trovato anche un ordigno abbandonato con all’interno 55 grammi di polvere nera e oltre 50 bulloni: per gli investigatori della Digos di Roma «poteva uccidere».
«Non sono tifosi, non sono ultras, ma sono dei criminali», ha detto senza mezzi termini il capo della Digos di Roma Diego Parente. Tre gli arrestati: un romanista e due laziali. Nell’auto del supporter giallorosso, di 23 anni, sarebbe stato trovato un vero e proprio arsanale, con sei bottiglie molotov, 25 bastoni, un martello, 18 bombe carta e un coltello. Gli altri due arrestati hanno 32 e 24 anni. Parente ha sottolineato come gli scontri di domenica non sono altro che la fotocopia di quelli avvenuti nel derby dello scorso anno. E, interpellato sulla possibilità di tenere derby a porte chiuse, ha risposto: «Non spetta a me questa decisione. Non so nemmeno se possa essere vantaggioso o meno, ma quello a cui abbiamo assistito sono scene di guerriglia ».
Denunciati anche due bagarini, napoletani di 35 e 26 anni, sorpresi dai carabinieri con 18 biglietti falsi che vendevano a cento euro l’uno e in tasca 900 euro in contanti. Già domenica sera il sindaco di Roma Ignazio Marino ha rivolto un «ringraziamento sincero a tutte le forze dell’ordine in campo», soffermandosi sui «lavoratori e le lavoratrici della polizia locale in servizio che, con serietà e dedizione, hanno ottimamente contribuito al regolare svolgimento degli eventi programmati in città».
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