Pochi secondi alla fine, Roma avanti, qualificazione che sembra vicina. Palla persa da Strootman in attacco, ultimo assalto del Cska. E pareggio assurdo, su uno tirocross del russo dai piedi più scarsi.
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Una squadra immatura. Per Garcia adesso è dura
La Roma ha le sue responsabilità nell’aver rimesso al mondo gli avversari con una condotta assai diversa rispetto al primo tempo, giocato con lucidità.
Ora si parla di beffa, e in parte lo è. Ma la Roma ha le sue responsabilità nell’aver rimesso al mondo gli avversari con una condotta assai diversa rispetto al primo tempo, giocato con lucidità. Certo non è facile giocare in uno stadio vuoto, sotto zero. E il Cska non fa i regali dell’andata, non concede spazio a Gervinho. O forse Gervinho è la controfigura dell’andata.
La Roma rischia su Doumbia e passa con Totti, su punizione. S’affida ai lanci lunghi, spesso nel vuoto perché Totti, Gervinho e Ljajic preferiscono ricevere il pallone tra i piedi. Però è ordinata, più tecnica del Cska ed è irrobustita da Florenzi in versione terzino. A Mosca come a Crotone. Gioca bene in difesa e, quando ci va, in attacco. Lui e Nainggolan, cresciuto alla distanza, sono l’anima e le colonne di una Roma che sembra accontentarsi della gestione del risultato, ma arretra troppo e così richiama tutto il Cska nella sua metà campo. Certo, così può sfruttare il contropiede. E ha le sue opportunità: due, con Nainggolan e Ljajic (15’ e 33’st). Ma non le sfrutta come si deve: Naingggolan tira fuori dopo una bella iniziativa individuale, Akinfeev para di piede. Così, una partita che si poteva chiudere rimane aperta e la sigilla l’1-1 sull’ultima azione.
Un po’ maestra per un’ora e assai maldestra per mezzora, la Roma deve recriminare non solo sul destino cinico ma sul suo atteggiamento troppo remissivo, tutta la squadra negli ultimi venti metri. I difensori hanno respinto di testa, di schiena, di stinco, di naso, hanno sbrigato un superlavoro. Poco assistiti, va detto, da punte che non permettevano ai compagni di tirare il fiato, che raramente azzeccavano un dribbling o un ultimo passaggio. Penso che Garcia potesse anticipare qualche cambio, ma quando è tutta la squadra ad arroccarsi c’è da tirare in bello anche la sua maturità. Può essere un caso che il gol del Cska nasca da una mancata intesa tra Iturbe e Strootman, due elementi freschi, ma a 15” dalla fine, con quel che avrebbe significato la vittoria, quell’ultimo pallone era da amministrare con maggior sicurezza e saggezza.
La Roma, non da ieri, ha perso alcune caratteristiche del suo gioco: velocità, brillantezza, precisione. Anche in campionato, dove tiene il passo con molta sofferenza. L’1-1 di Mosca, risultato che alla vigilia poteva anche essere accettato, dopo una partita con più occasioni da gol per la Roma è come una lisca in gola. Sola consolazione: è ancora in grado di passare il turno nel girone più difficile. Non è poco. Ma l’autostrada è diventata una strada stretta e gibbosa. Con il City si gioca tutto.
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