Che a Trigoria si parli solo di Totti a Spalletti non piaceva un anno fa e non piace ora. La settimana di celebrazioni – per non “disturbare” la festa dei 40 anni è stato evitato il ritiro e cancellato un allenamento pomeridiano – ha pure accentuato il fenomeno. Ma Spalletti non distribuisce maglie per acclamazione, come scrive Matteo Pinci su La Repubblica, e dopo i 90 minuti di coppa, stasera contro l’Inter Totti dovrebbe tornare in panchina: «A giugno volevate fargli fare il tour dell’ultima partita in tutti gli stadi – ricorda l’allenatore – oggi chiedete la sua riconferma da titolare in una partita importante. Francesco sta bene, ma poi ci sono i numeri che voi non conoscete o che non portate alle luce». I numeri a cui si riferisce evidenziano un elemento semplice: la Roma corre poco e lotta di meno. In serie A due squadre su tre hanno percorso più chilometri dei giallorossi: insomma, la squadra è più “pigra” di altre, nonostante il tecnico toscano ami da sempre i “cavallini” da corsa e chieda a tutti di rincorrere, sacrificarsi (ricordate il video sul recupero difensivo di Salah proiettato in sala stampa?): in una squadra che lo fa meno dell’anno scorso, trovare spazio per Totti è ancora più difficile. «Se facciamo più raddoppi di marcatura vinciamo la partita, se copriamo più linee di passaggio conquistiamo più palloni», insiste Spalletti.
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Spalletti non ci sta: “Corriamo poco e non siamo cattivi”. E stasera c’è l’Inter
In serie A due squadre su tre hanno percorso più chilometri dei giallorossi. Il tecnico insiste: "Se facciamo più raddoppi di marcatura vinciamo la partita"
Andando a sintetizzare, alla sua squadra manca pure la cattiveria. Solo 64 gli interventi irregolari dei romanisti: in serie A ne hanno commessi meno Fiorentina, Bologna e nessun altro.
Insomma, qualcosa deve cambiare: «Noi dobbiamo sfruttare tutte le nostre situazioni, perché non ripassano, e ora siamo dietro in classifica». Anche dietro al Chievo, da ieri sera. Ma a agitare l’allenatore è anche altro: il ds Sabatini ha deciso di andare via. Ha pensato pure di convocare una conferenza durante la sosta, per annunciare l’idea. Poi ha fatto retromarcia, ma entro gennaio lascerà. E al tecnico l’idea piace proprio poco.
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