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Spalletti e 90’ di angoscia: “Dura da accettare”

Aveva chiesto una reazione immediata, più di cuore che di lavagna. Non c’è stata nemmeno quella. La provocazione del torniamo grandi subito non ha funzionato

Redazione

A Spalletti basta un minuto per capire che certi giocatori sono in frantumi, che quello lì non gli serve, quell’altro gli farà la fronda e a quell’altro ancora forse è giusto dare un’ultima chance (Castan) anche se quasi certamente finirà male (e così è stato). Ma come fa a dirlo? Sa anche che Totti non può più essere la luce. Un dispiacere, non un alibi. Il tempo passa.

Come riportato nell'edizione odierna de "La Repubblica", aveva chiesto una reazione immediata, più di cuore che di lavagna. Non c’è stata nemmeno quella. La provocazione del torniamo grandi subito non ha funzionato. Ha provato il suo amato 4-2-3-1 ma Pjanic basso s’è perso, incarnando da solo il modo raffazonato di vivere il calcio dell’attuale anima giallorossa. E’ comparsa pure la difesa a tre perché da terzinoTorosidis non garantiva alcuna spinta e la squadra subiva ripartenze. Niente, non c’era verso di assicurarsi un po’ di equilibrio, uno straccio di sicurezza. «Non abbiamo fatto una buona prestazione, pari difficile da accettare ma qualcosa da salvare c’è». Domenica sera c’è la Juventus che vince e basta. E’ poi ci sarà il Real Madrid che da quando è arrivato Zidane ha segnato 10 gol in 2 partite. Spalletti è felice di essere tornato. Ma questa felicità ha un prezzo. E forse anche una durata limitata.

(E. Sisti)