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Senza Totti né scaramanzie: lo stranissimo derby di Roma

Forse distratte dalla caccia al secondo posto e dalla finale di Coppa Italia, le due squadre della Capitale sembrano vivere questo derby con un certo distacco

Redazione

Già è strano che qualcuno violi il sacro vincolo del pronostico, figuriamoci se a farlo sfacciatamente è il più anziano in gara. "Il derby? Finisce 2-0", dice Totti, senza svelare per chi: ma oggi all’Olimpico gioca in casa la Roma, e allora tanti saluti alla scaramanzia. Come non bastasse la celebrazione a 4 giorni dalla sfida e con una festicciola non proprio sobria della nuova scarpa dorata. Un derby meno romano del solito, scrivono Cardone e Pinci su "Repubblica".

Forse distratte dalla caccia al secondo posto e dalla finale di Coppa Italia, Roma e Lazio sembrano vivere questo derby con un certo distacco. Inzaghi quasi spocchioso annuncia: "Siamo in grado di compiere un’altra impresa, che tra l’altro aiuterebbe la Juve a vincere lo scudetto: così giocheremo con i bianconeri anche la Supercoppa", salvo aggiungere che "sarebbe un’impresa, sì, perché la Roma è superiore per fatturato e monte ingaggi". E se Nainggolan, scottato dall’incauto "li vinciamo tutti e due, fidati", detto a un tifoso prima della Coppa, ricorda che "di sei derby ne ho perso uno solo", vuol dire che il provincialismo denunciato da Crespo ("Anziché allo scudetto a Roma si pensa alla stracittadina") è storia vecchia.

Spalletti prova a non pensarci ricordando che "abbiamo in mano la chiave del secondo posto e non dobbiamo scambiarla con chi ci propone altro, per noi è la chiave del paradiso". Tradotto: non soffermiamoci sulla Lazio ma guardiamo oltre, magari alla Juve "che è imprendibile ma non lasceremo nulla di intentato". De Rossi sarà l’unico romano in campo dall’inizio e nei due di Coppa non ce ne fu nemmeno uno. In generale pure i tifosi - non più di 40mila - sembrano meno vibranti: di laziali ce ne saranno 9mila. "Mi dispiace, questa squadra merita di avere la propria gente vicino", si lamenta Inzaghi.