rassegna stampa roma

Roma operaia: c’è la luce oltre gli infortuni

LaPresse

L'abbraccio tra Perotti e Mkhitaryan è l'immagine simbolica di una nuova dimensione giallorossa, capace di vincere facendosi piccola

Redazione

Nel tango del dio pallone la Roma ha pescato un jolly. Una vittoria sofferta, sporca come i tacchetti affondati per 94 minuti in un Bentegodi battezzato dall'inizio alla fine da una pioggia gelida, scrive Matteo Pinci su "La Repubblica". Ma benedetta perché significa tenere il passo della Lazio e scavare un solco di 8 punti col Napoli alle spalle. L'abbraccio finale tra lo stesso Perotti e Mkhitaryan, due del romanisti più a lungo fuori per infortunio, è l'immagine simbolica di una nuova dimensione della squadra giallorossa, capace di vincere facendosi piccola. Fonseca alla vigilia srotolava il manifesto di “una squadra che domini il gioco”, al contrario in campo ha lasciato al Verona la trama. facendosi anche dominare. Il 3-1 finale è frutto degli errori veronesi nell’area romanista ma anche di una capacità chirurgica dei giallorossi di sfruttare gli episodi: un'imbucata “tottiana" di Pellegrini per Kluivert. E un rigore conquistato da Dzeko e realizzato da Perotti, sciolto in un pianto emozionato con dedica alla moglie Julieta.