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Roma, addio ai brasiliani. La serie A perde le sue radici

LaPresse

Da gennaio a oggi sono stati ceduti Emerson, Gerson, Bruno Peres e Alisson. Ieri ha salutato anche Castan. A Trigoria restano Juan Jesus e Fuzato

Redazione

La Roma brasileira di Little Tony non c'è più. Lo scorso gennaio i verdeoro in squadra erano 6, poi è successo qualcosa. Il primo a partire è stato Emerson Palmieri, ceduto al Chelsea. Poi è toccato all'altro terzino, Bruno Peres, seguito da Gerson e Alisson. Ieri anche Castan ha salutato dopo la rescissione sul contratto. Nonostante l’arrivo del giovane 3° portiere Fuzato, è quasi una "debrasilianizzazione" di Trigoria. Come se la squadra di Falcao e Aldair, che storicamente ha legato i propri colori alla bandiera verdeoro avesse improvvisamente scelto di rinunciare a quelle radici, scrive Pinci su 'La Repubblica'.

Ogni grande ha delle radici marcate. A Milano, tra Inter e Milan, giocano 6 croati, altro che derby Olanda-Germania. L'ultimo tulipano a vestire la maglia rossonera è stato Nigel De Jong, che ha salutato a gennaio 2016. Persino peggio il borsino tedesco dell'Inter. Il nerazzurro non lo indossa nessun calciatore nato in Germania da tre, quando Lukas Podolski lasciò Milano dopo sei mesi da comparsa. Anche il Napoli sta perdendo le sue radici argentine, nate con Sivori e costruite intorno a Maradona. L'ultimo albiceleste a vestire azzurro è stato Higuain.