Prima le barricate alzate dai banchi dell’opposizione. Poi il tentativo di realizzare il Nuovo Stadio della Roma quando il Movimento 5 Stelle, riporta Andrea Ossino sull'edizione romana di Repubblica, aveva ormai ottenuto le chiavi della Capitale. La sindaca Virginia Raggi, chiamata a testimoniare nel processo che costringe il consulente Luca Lanzalone e altre 15 persone ad accomodarsi nei banchi degli imputati, ha provato a spiegare le ragioni del cambio di rotta sull’affaire stadio. "Quando eravamo all’opposizione della giunta Marino eravamo tutti dell’idea che uno dei primi atti da approvare, sarebbe stata la revoca della delibera di pubblico interesse". Poi le cose sono cambiate. Secondo l’ex assessore all’urbanistica Paolo Berdini la scelta fu presa esclusivamente per assecondare la pancia dell’elettorato. Raggi invece ieri ha raccontato alla corte una vicenda più complessa: "Berdini a parole era contrario allo stadio, nei fatti assolutamente no". Rinunciare al progetto avrebbe comportato conseguenze. "L’unica soluzione possibile per evitare che sulla città si riversassero un milione di metri cubi di cemento era quella di sederci al tavolo con il proponente e limitare i danni". La sindaca ha inoltre aggiunto: "Nella sostanza Berdini non ha mai avversato lo stadio, anzi gli ha aperto un’autostrada". Poi il ruolo dell’avvocato Luca Lanzalone: "Ci aiutò a rappresentare a Beppe Grillo le oggettive difficoltà, al limite dell’impossibilità, di tornare indietro".
Forzaroma.info
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Raggi su Tor di Valle: “Berdini, solo parole. Lanzalone strategico”
"L’unica soluzione possibile per evitare che sulla città si riversassero un milione di metri cubi di cemento era quella di sederci al tavolo con il proponente e limitare i danni"
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