Il caso non è ancora chiuso è stato momentaneamente congelato: le volontà di Totti sono chiare a tutti, lui vuole giocare ancora, lo ha detto a Rai 1 e lo dirà al Presidente Pallotta tra 10 giorni, non appena sarà a Roma. La risposta del Presidente non si sa, ma nell’anticipazione di un’intervista al Corriere dello Sport in edicola oggi, difende l’allenatore sull’esclusione di Totti, dettata “da un principio fondamentale: prima viene la squadra e nessun giocatore viene prima degli altri”. Si dice “sorpreso dalle parole di Francesco, ma allo stesso tempo capisco lo sfogo dettato dalla frustrazione”.
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Pallotta, un avviso a Totti: “La squadra viene prima di tutto”
Il caso è stato momentaneamente congelato: Totti vuole giocare ancora e lo dirà a Pallotta non appena arriverà a Roma. Il presidente, invece, sta dalla parte di Spalletti
Di futuro non parla, svelerà i suoi piani solo a Totti. La cosa ormai chiara a tutti è che se la società avesse voluto investire su di lui come calciatore gli avrebbero già fatto sottoscrivere un contratto, per la multinazionale sembra invece più utile come ambasciatore o come uomo immagine. Il Capitano sembra averlo capito, dopo le diverse panchine e i 4 minuti contro il Real, il suo malessere si è montato. Con Spalletti, al netto delle smentite, un veloce colloquio c’è stato, nell’ufficio dell’allenatore: è complicato immaginare un’altra stagione senza continui bisticci tra tecnico e giocatore, forse solo la dirigenza potrebbe favorire un punto d’incontro. Quella dirigenza che, mentre montava sempre di più il caso Totti, non si è fatta vedere, se non con parole di circostanza di Baldissoni. Se volesse continuare la sua carriera da calciatore ci sarebbe la fila: gli States, il Medio Oriente e persino il Milan ha messo gli occhi su di lui, solo che una decisione così Totti non vorrebbe mai doverla prendere. “Mi sarebbe piaciuto chiudere la carriera con Spalletti”, disse nel 2009 quando l’allenatore se ne andò.
(M. Pinci)
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