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La Repubblica

Oltre il bidone. Storia di Nzonzi, peggior acquisto di sempre

Getty Images

E' costato più di 26 milioni non ha mai funzionato come calciatore e impedendo alla squadra di rafforzarsi continua a frenare i progetti di Mourinho

Redazione

Steven Nzonzi non è stato solo un acquisto sbagliato. Non è stato solo un calciatore che non ha funzionato. No. Steven Nzonzi è stato il più grande errore della storia della Roma, scrive Matteo Pinci su La Repubblica. E non solo per quei 26,5 milioni di euro più 4 di bonus spesi dall’allora direttore sportivo Ramon Rodriguez Verdejo, per tutti Monchi. Steven Nzonzi è stato un incidente frontale sulla strada di una Roma lanciata verso una dimensione diversa. Non è un’esagerazione dire che se oggi l’ambizione di Mourinho non può essere lo scudetto è (anche) a causa di Steven Nzonzi.

Oggi, Steven Nzonzi è diventato l’ostacolo tra la Roma e la possibilità di rinforzarsi con un acquisto in più, e lo è diventato per la sua esclusiva decisione di non accettare un trasferimento in Qatar quando il mercato italiano era ancora aperto, e venderlo avrebbe significato per la Roma poter comprare qualcun altro, utile davvero. Che in Qatar Steven Nzonzi vada adesso è semmai l’ultimo schiaffo del peggior acquisto della storia. Uno a cui la Roma ha versato – o contribuito a versare – 3,1 milioni di euro netti a stagione, pagandone altrettanti o quasi di tasse e che per vendicarsi di non essere stato ritenuto all’altezza da Mourinho, lui che solo per l’altezza era stato acquistato, ha deciso di prendere in ostaggio il mercato della Roma, impossibilitata a comprare finché non avesse alleggerito gli esorbitanti costi dalle zavorre. Ma perché è così importante quell’estate 2018 nei destini della Roma? Perché ad aprile 2018 la Roma aveva raggiunto una inimmaginabile semifinale di Champions League. Perché a quella squadra bastava pochissimo per fare il salto, per diventare fortissima. E invece un peccato di gelosia la fece a pezzi. La gelosia che colpì il ds Monchi nel vedere la squadra costruita dal suo predecessore Walter Sabatini arrivare a un passo dal paradiso. Voleva riuscirci, certo, ma con una squadra sua. E in un colpo ne smontò i cardini, vendendo Nainggolan, Strootman e l’insuperabile portiere Alisson. Raccolse una montagna di soldi – e, c’è da dirlo, ottenne anche un certo Zaniolo – ma finì per sperperarli.