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Olimpico, il big match delle curve: si sfidano le coreografie segrete

Olimpico, il big match delle curve: si sfidano le coreografie segrete - immagine 1
Fino all’ultimo viene mantenuto il massimo riserbo sulla scenografia decisa per la stracittadina. Una partita nella partita quella che storicamente le due tifoserie si contendono per il migliorespettacolo sugli spalti
Redazione

Che si tratti di un telone da srotolare sulle teste dei tifosi o di diecimila cartoncini da issare in aria per comporre una scritta: è nel frangente di un attimo che si vince il derby del tifo. Le squadre entrano in campo, i ragazzi in balaustra lanciano il segnale: in un secondo il lavoro e la fatica di decine di romanisti e laziali si materializza in un unico grande spettacolo. Dagli anni ’70 a oggi le due curve si sono esibite in centinaia di coreografie belle da togliere il fiato. La disputa - racconta Luca Monaco su 'La Repubblica' - inizia nelle settimane precedenti con le prime riunioni dedicate alla ricerca dell'idea migliore. Passa per le collette di autofinanziamento, prima di tradursi in una maratona di lavoro nei capannoni fuori città. La parola d’ordine per vincere il derby del tifo è sempre stata “segretezza”."Meno gente ci lavora, meglio è", spiega un vecchio tifoso della Roma, tra gli autori dello spettacolo che animò la Sud nel derby del 27 novembre 1994. Non appena Giannini e Signori fecero il loro ingresso in campo la curva fu ricoperta da seimila cartoncini color rosso e arancio a incorniciare 10 strisce di stoffa, lunghe 40 metri e larghe 28 ciascuna, che componevano lo stemma societario. "Una striscia saliva dal basso e l’altra scendeva dall’alto simultaneamente - ricorda -per ogni striscia c’erano tre ragazzi responsabili: due la tenevano e uno la srotolava lungo la curva".