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Morte Diabolik. Tifosi a lutto, la curva della Roma ammaina gli striscioni: “Rispetto”

Onore sui social da parte dei supporter: “Il tuo nome, le tue gesta resteranno in eterno”

Redazione

La voce ha iniziato a circolare tra gli ultrà della città in fretta. Un via vai di voci arrivate fino a Perugia, dove erano arrivati quelli della Roma. “Ma è vero?”, si chiedevano tra loro e domandavano alla polizia che doveva controllarli. Fabrizio Piscitelli non era stato un rivale come gli altri: il capo della Nord, degli Irriducibili laziali, per loro era semplicemente Diabolik. E nella logica ultrà, anche un rivale è “uno di noi”, scrive Pinci su La Repubblica. Per questo quei romanisti che avevano scelto di passare un mercoledì d’agosto allo stadio Curi anziché al mare, hanno deciso di rendergli omaggio. Niente striscioni esposti, allo stadio di Perugia. “Per rispetto” all’avversario caduto, anche se logiche di tifo non hanno alcuna relazione con quell’omicidio a sangue freddo.

Gli ultrà del Verona, gemellati con i laziali, con cui condividono anche l’orientamento politico, hanno inviato un messaggio via social network. Ma non sono stati gli unici: attraverso twitter e facebook sono piovuti messaggi di commiato da ogni angolo d’Europa accompagnati spesso da eloquenti cuori neri a ricordare la fede politica comune di mittenti e destinatario. Russi, bulgari del Levski Sofia, polacchi del Wisla Cracovia, ma anche generi account di riferimento del tifo organizzato internazionale: per tutti Diabolik non era un nome come un altro ma un simbolo, quasi un padre fondatore di una mentalità. “Un mito del mondo ultra”, lo ricordano alcuni ultras spagnoli. “Di sicuro il tuo nome, le tue gesta, il tuo vivere ultras resterà eterno”, il messaggio più accorato invece arrivato da alcuni tifosi laziali, come quello, enfatico, per cui “un vero ultras non muore mai”.