Basterebbe la capitale dell'Ungheria per raccontare il 2023 della Roma, scrive Marco Juric su La Repubblica. Un'intera annata in una singola parola. Perché quel 31 maggio ha racchiuso in sé pregi, difetti, gioie e dolori dell'essere romanista. Budapest non è soltanto una finale di Europa League persa, non si limita all'arbitro Taylor o alle lacrime di Dybala. È stata un'invasione popolare a tinte giallorosse, la condivisione di un amore nonostante le lacrime. Ma anche dove Mourinho ha confermato la sua permanenza a Roma e tutta la squadra promesso la rivincita. L'acquisto di Romelu Lukaku. Il colpo di mercato arrivato a fine agosto, dopo un'estate di sofferenze e ristrettezze economiche. Con l'emozione degli oltre 5.000 tifosi che hanno invaso Ciampino per salutare il suo arrivo. È questa una delle diapositive dell'ultimo anno romanista. Fatta di entusiasmo, di rinnovate ambizioni e di gol. Sono tredici in quattro mesi. Con la sensazione che il meglio debba ancora venire. Il migliore Cristante e Mancini per l'affidabilità? Dybala per il genio? O Lukaku per gli ultimi quattro mesi? Difficile consegnare lo scettro di migliore del 2023 ad un solo calciatore. Soprattutto in un'annata senza trofei e grandi obiettivi raggiunti. Per questo alla fine la scelta ricade su José Mourinho. Il vero leader dello spogliatoio giallorosso e capo popolo di un'intera tifoseria. Che dal 2024 si aspetta un rinnovo di contratto richiesto a gran voce. Edoardo Bove è stata la sorpresa dell'ultimo anno.
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Le lacrime di Budapest e la folla per Lukaku. Diapositive giallorosse
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