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La Repubblica

L’atterraggio di Mourinho: la follia del calcio a Roma in nome di José, il papa re

Foto Gino Mancini

“Non merito così tanto affetto, perché devo ancora vincere", ha il tecnico detto contemplando l’abbraccio dei tifosi

Redazione

Va detto con il sorriso e senza prendere la cabala troppo sul serio, ma Roma e la sua Storia, quella con la S maiuscola, hanno già cominciato a giocare con José Mourinho, il suo destino e quello della As Roma, scrive Carlo Bonini su La Repubblica.

Perché a meno di non voler immaginare una coltissima regia dei texani Dan e Ryan Friedkin o dei loro consiglieri (che, con tutta la considerazione, appare improbabile), lo sbarco a Ciampino dello Special One da Setúbal cade in un 2 luglio che esattamente 150 anni fa, 1871, vide la città, dieci mesi dopo la breccia di Porta Pia, aprire le porte ad un altro Re che coronava il sogno del Risorgimento. Vittorio Emanuele II.

Non ha avuto il Quirinale e non ha avuto un balcone, José. Più semplicemente un terrazzo. “Non merito così tanto affetto, perché devo ancora vincere", ha detto contemplando l’abbraccio arrostito da un sole assassino di migliaia di tifosi che, a dispetto dell’anniversario regale e risorgimentale, lo hanno omaggiato di un ritratto da Papa Re.