Lo stadio Olimpico è diventato troppo grande per Roma e Lazio. Fa sentire soli più che uniti, scrive Sisti su "Repubblica". E pensare che le due squadre ce la stanno mettendo tutta. Non succedeva da 19 anni che fossero entrambe ai quarti in Europa. Le due romane ancora in corsa in Champions e in Europa League non restringono tuttavia l’Olimpico, nobile ma anacronistica vasca che nessun acquedotto del tifo potrà più riempire (si potrebbe aprire il tema degli stadi di proprietà). Un esempio: per vedere Roma-Atletico Madrid del ’99 accorsero in 72 mila. Il 12 settembre per la stessa partita si arrivò a stento a 36 mila.
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La solitudine di Roma: le squadre vincono, lo stadio non è pieno
In questa stagione il club giallorosso è a 36.530 presenze di media
Lo specchio e il segno dei tempi si riflettono in questa cifra dimezzata dal cambiamento delle abitudini, da una sempre più generica ma tangibile crisi e da un’irrefrenabile disaffezione per lo stadio, luogo che almeno a Roma non garantisce più quel senso di appartenenza che lo rendeva praticamente unico e al quale un tempo si riconoscevano addirittura facoltà terapautiche («vai allo stadio che ti passa..!»). I numeri sono più alti rispetto allo scorso anno ma ciò non sposta i termini della discussione, visto che Roma avrebbe in teoria modo di riprodurre, anche in quest’epoca di perplessità, le ammucchiate o i “sold out” che soprattutto i tifosi giallorossi, più numerosi dei biancocelesti, garantivano anche con l’umile Reggina (2000). Dicevamo dei numeri: in questa stagione la Roma è a 36.530 presenze di media rispetto alle 32.638 del 2016/17 (35.182 del 2015/16), mentre la Lazio si posiziona a 27.231 rispetto alle 20.453 del 2016/17 (21.025 del 2015/16). La Lazio quindi cresce più della Roma. Ma bisogna anche tenere conto dell’incremento generale della serie A, da 22.007 a 24.152 di media. E oggi la Lazio testerà il potere di seduzione del Benevento…
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