(La Repubblica - E.Sisti) Jekyll e Hyde. La Roma offre mezzora di calcio da paradiso non artificiale, non da lavagna, un calcio vero, emozionante, molto tottiano e molto zemaniano. Ma mezzora non può bastare, troppo poco, le partite di solito durano molto di più. E anche stavolta, pur bella come mai in quella mezzora, ha perso. Come contro il Bologna. Avanti di due, ne ha presi tre spappolandosi sino al cucchiaio beffa del generoso rigore finale di Di Natale. Incredibile e spietato il calcio dei sogni. Neppure aprendo un buco così grande fra sé e gli altri, per consistenza e valore, nemmeno così puoi fare la differenza se poi della partita ne giochi meno della metà.
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La Roma delle pazzie fa ridere l’Udinese
(La Repubblica – E.Sisti) Jekyll e Hyde. La Roma offre mezzora di calcio da paradiso non artificiale, non da lavagna, un calcio vero, emozionante, molto tottiano e molto zemaniano.
Così, per povera che fosse (o sembrasse) ha vinto l’Udinese, che non ha rubato nulla, anche se Zeman alla fine se l’è presa: «Gli arbitri possono decidere i campionati ». L’Udinese che per mezzora aveva patito la concretezza, la bellezza, il divario. In quella robusta manciata di minuti, dopo i cori della curva contro i carabinieri durante il minuto di silenzio, disapprovati dal resto dello stadio, la Roma ha strizzato i friulani come se fossero uno straccio bagnato da mettere sullo stendipanni. Totti stava confermando che dalle sue parti, fra cuore, pancia, muscoli, piedi e cervello, è in corso una nuova vita fisica (quella tecnica è sempre la stessa). Gli altri brillavano tutti di luce propria.
La doppietta di Lamela era così parsa la naturale conversione in numeri di un evidente strapotere: il primo gol è arrivato con un giochetto lungo la linea di fondo a un metro dal palo (22’), il secondo dopo una verticalizzazione di Totti che portava Osvaldo a servire l’assist per il connazionale (23’).
Ma dopo Jekyll c’è sempre Hyde nascosto da qualche parte. La Roma-Hyde è stata brutta e molto cattiva (con se stessa). L’Udineseha accorciato con Domizzi (31’). Avendo due centrocampisti in più, l’Udinese poteva attaccare in superiorità numerica: non aveva più paura. Al 5’ del secondo tempo Armero calcia malissimo e involontariamente serve Di Natale a un metro da Stekelenburg: 2-2. L’ennesima rimonta per la Roma, l’ennesima torta già preparata che nessuno mangerà. Una maledizione o semplicemente un limite? La Roma si ribella al suo essere Hyde ma Osvaldo è impreciso e Totti e Lamela sono stremati. Entra Florenzi, ci sarebbe bisogno di polmoni. Ma è tardi.
Ora è una Roma destrutturata. Nell’ultimo contropiede un dubbio fallo di Castan su Pereyra consegna a Hyde la sua maschera più brutta. L’Udinese ha aspettato Hyde. Hyde (la difesa della Roma che inizia dal centrocampo) le ha aperto le porte. Roma da sentirsi male perché come al solito non c’è niente di razionale in questa alternanza di luce e buio. La bellezza zemaniana, per ora, dura solo mezzora.
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