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La grinta di Difra: “A Liverpool noi ci crediamo”

Il tecnico: "Abbiamo già fatto qualcosa di importante, ma possiamo fare anche qualcosa in più. Non mi piace accontentarmi"

Redazione

Prima di potersi immergere completamente nelle emozioni strabordanti del doppio confronto in una semifinale di Champions inaspettata, come scrive Francesca Ferrazza su La Repubblica, la Roma ha dovuto rispettare e onorare due impegni fondamentali per il terzo posto in campionato. Il Genoa, prima, la Spal, poi, sei punti senza troppe angosce, magari non brillando, ma raggiungendo l’obiettivo. Con quella di sabato, sono infatti ben 17 le vittorie in campionato (6 i pareggi e una sconfitta, con la Juve), mentre arrivano a 14 le volte in cui Alisson ha mantenuto la porta inviolata.

Da ieri la testa può quindi spaziare completamente tra presente e passato, tra la partenza di oggi per Liverpool e quella finale di coppa dei Campioni del 30 maggio 1984.

Allora ci stava Pruzzo, oggi Dzeko, rimasto a riposo a Ferrara, proprio per presentarsi al meglio domani sera. E non ha finalmente demeritato Schick che, seguendo i consigli, e protetto dalla figura di Edin, suo grande amico, è riuscito ad rialzare la testa, trovando il primo gol in campionato e il primo, vero, sorrisone da regalare a compagni e tifosi. Gli stessi tifosi che già oggi si imbarcheranno per Liverpool — in totale saranno 2.500 — così come la squadra, che partirà nel pomeriggio, dopo aver svolto la rifinitura a Trigoria, in mattinata.

In Inghilterra rientreranno Florenzi e Kolarov, con Manolas, Fazio e Juan Jesus centrali di difesa. A centrocampo si riprenderà la fascia da capitano De Rossi, dopo esser rimasto in panchina con Genoa e Spal. Con Strootman, Nainggolan trequartista, alle spalle di Dzeko e Ünder. Con Schick a giocarsi le sue possibilità, convinto di poter contendere la maglia da titolare al collega turco. "Dobbiamo credere — spiega Di Francescodi poter fare qualcosa di straordinario. L’abbiamo già fatto, ma possiamo fare anche qualcosa in più. Non mi piace accontentarmi. Serve umiltà nel lavoro e rispetto per un avversario forte, ma senza timore e dimostrando ciò che sappiamo fare. La Roma deve farsi trovare pronta, dimostrando di aver assimilato determinati concetti".