(La Repubblica - I.Diamanti)- E si pensa, per questo, a introdurre novità tecnologiche, come la moviola in campo. Tuttavia, dubitiamo che basterebbe. Anche l’introduzione degli arbitri di porta non ha risolto il problema. Il fatto è che il calcio soffre di una crisi di fiducia — o di sfiducia. Agli occhi degli italiani e degli stessi tifosi. E se ieri nonostante tutto, nonostante i sospetti e le polemiche, il “tifo” resisteva, oggi non è più così.
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La fede è finita
(La Repubblica – I.Diamanti) – E si pensa, per questo, a introdurre novità tecnologiche, come la moviola in campo.
La sfiducia ha cominciato a erodere alla base l’edificio della passione per il calcio. Reso più fragile anche dalla crisi economica, che ha ridimensionato la “capacità di spesa” delle società. Comprese quelle tradizionalmente più importanti. L’appeal del nostro campionato si è, così, ridotto. Per oltre 6 tifosi su 10 è divenuto meno interessante di altri. Non è un caso che, mentre l’ampiezza del tifo “per” una squadra si è ridotto sensibilmente, quella del tifo “contro” si sia, invece, allargata. 3
Tocca quasi il 56% dei tifosi: 5 punti più di un anno fa e 14 rispetto a due anni fa. Quest’anno è cambiata anche la mappa del tifo, tracciata dall’Osservatorio Demos-Coop, in base alla squadra preferita. In questo caso, però, contano motivi soprattutto “sportivi”. Legati ai risultati e alla competitività delle squadre. La Juventus resta saldamente e largamente in testa alle preferenze. La sua incidenza, però, è scesa, anche se in misura molto limitata. Meno di un punto percentuale. Oggi i suoi tifosi corrispondono a circa il 28 e mezzo per cento. [...]
La novità, semmai, è che torna a essere la più odiata. Bersaglio convergente delle tifoserie delle squadre avversarie, che le contendono il primato nel campionato. In un anno, infatti, la quota di tifosi ostili alla Juve è raddoppiata: dal 14 al 27%. L’altra novità è offerta dall’affermarsi, su base nazionale, di nuovi “attori” del tifo. Che stanno modificando le tradizionali gerarchie. Il Milan conferma la sua quota di tifosi, intorno al 16%. L’Inter ha, invece, perduto una parte rilevante dei suoi sostenitori. Ora si è attestata al 14 e mezzo per cento: 4 punti meno di un anno fa. Mentre è cresciuta molto l’area del tifo per il Napoli, che ha superato il 13% e incalza l’Inter. Anche la Roma appare in crescita: ha superato il 7%. Il mutamento degli orientamenti del tifo dipende, in gran parte, dai risultati delle stagioni recenti, che hanno visto il Napoli conseguire importanti successi. In tal senso, però, ha pesato molto anche il calciomercato. Milan e Inter, hanno, infatti ceduto molti dei giocatori più pregiati — talora, le bandiere della squadra e dei tifosi. Si spiega in questo modo anche la crescita del tifo giallorosso. Animato da una campagna acquisti che ha soddisfatto i sostenitori. Ma, soprattutto, dall’arrivo di un allenatore, Zeman, che, al di là dei risultati, gode di grande carisma.
È mutata, di conseguenza, anche la geografia del tifo. Fino a un anno fa la Juventus era la squadra “più amata” in tutte le aree del Paese. Ora non più. Superata dalla Roma nelle regioni del Centro e dal Napoli nel Mezzogiorno. È difficile, in conclusione, non evocare un parallelo con la politica. D’altronde, il rapporto fra calcio e politica si è rafforzato, negli ultimi anni. Basti pensare a come Berlusconi lo abbia utilizzato come modello e come veicolo del proprio soggetto politico. Fin dalla “discesa in campo”. Il nome del suo partito, Forza Italia: il grido di sostegno alla Nazionale. I suoi sostenitori, di conseguenza: Azzurri. Le sezioni: “club”, come quelle dei tifosi. In generale, il tifo ha surrogato la crisi delle appartenenze e delle bandiere, in tempi di perdita delle identità. D’altronde, il grado di interesse politico dei tifosi è perfino, di poco, superiore a quello della popolazione.[...]
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