C'è un format di successo, si chiama "Le cene di Mourinho", scrive Gabriele Romagnoli su Repubblica. Nella prima puntata il protagonista mangia in treno: indossa una polo amaranto, occhiali, il menù prevede pizza e coca-cola. È un avvicinamento al popolo, oltreché l'unico cibo disponibile salendo sul Frecciarossa. Nella seconda puntata l'allenatore della Roma è a un tavolo di un ristorante ai Parioli. A dare il tono della scena è un abat-jour che con luce fioca illumina un vasetto con tre timidi garofani e il volto del mister, abbassato mentre osserva lo schermo del cellulare. Nella visione idilliaca e compiaciuta di questo inizio che sa di innamoramento il professionista Mourinho non si concede svaghi: o cena in fretta come può o lo fa con il suo vice. Ha studiato il comportamento dei leader: politici, religiosi, criminali. Ha imparato che occorre sparire per essere desiderabili, ma riapparire per essere credibili. Alterna le due fasi, come i veri potenti.
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LA REPUBBLICA
Il codice segreto delle cene di Mourinho e gli studi sui leader criminali
"Nella visione idilliaca e compiaciuta di questo inizio che sa di innamoramento il professionista Mourinho non si concede svaghi"
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