Tra gli ostacoli che potrebbero frenare il cammino della nuova amministrazione della 5 Stelle Virginia Raggi c’è senza dubbio quello della candidatura olimpica di Roma per i Giochi del 2024. Un tema su cui la prima cittadina ha più volte sfumato le sue posizioni. È infatti passata dal «criminale parlare di Olimpiadi quando Roma muore affogata di traffico e buche» a un più conciliante «se dovessi essere eletta sarei io stessa a indire un referendum sui Giochi».
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Giochi e stadio della Roma, corsa contro il tempo per convincere la sindaca
Gli auguri a Virginia Raggi arrivano anche da James Pallotta, preoccupato per le sorti dello stadio giallorosso a Tor di Valle. Un progetto su cui la posizione dell’assessore all’Urbanistica Berdini sembra non lasciare molte speranze
Per il referendum servirebbe l’approvazione da parte di due terzi dell’Aula (33 consiglieri, ma i 5Stelle sono 29, più la sindaca 30). Come se non bastasse, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha dichiarato che una consultazione popolare «non ha senso, non c’è tempo: sarebbe nel 2017, un mese prima della decisione del Cio».
Se nei giorni scorsi Francesco Totti aveva criticato il no di Raggi alle Olimpiadi sostenendo la candidatura di Roma 2024, il compagno di squadra Daniele De Rossi dagli Europei in Francia ha augurato buon lavoro alla nuova prima cittadina, sottolineando che «le macerie che sono rimaste nella città sono un’eredità pesante. Serve, se non una rinascita, una risalita rapida. Vivendo in centro storico me ne sono reso conto, più di quando vivevo fuori».
E a fare gli auguri, su Twitter, è anche il presidente della Roma, James Pallotta, preoccupato per le sorti dello stadio giallorosso a Tor di Valle. Un progetto su cui la posizione dell’assessore all’Urbanistica Berdini sembra non lasciare molte speranze. «Vanno rispettate le leggi dello Stato, come ha fatto la Juventus a Torino — dice Berdini — a Tor di Valle per tenere in equilibrio la bilancia economica sono stati concessi un milione di metri cubi di uffici. Mi chiedo se non sia un’alterazione del mercato immobiliare in una città che vive un grave malessere dell’edilizia».
(L. Mari)
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