(La Repubblica - E.Sisti) Non poteva sfuggire nemmeno a un esquimese senza parabola che privo di Strootman e De Rossi il centrocampo della Roma non sarebbe stata la stessa muraglia, per quantità e qualità.
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Garcia lancia la Roma oltre i confini
(La Repubblica – E.Sisti) Non poteva sfuggire nemmeno a un esquimese senza parabola che privo di Strootman e De Rossi il centrocampo della Roma non sarebbe stata la stessa muraglia, per quantità e qualità.
Il secondo tempo con l’Udinese, una volta attenuata la forza fisica dei singoli, soprattutto di Taddei, è stato esemplare: errori di posizionamento, perdita di concentrazione col risultato a favore, smarrimento di chi aveva brillato nel primo tempo (Pjanic), azzeramento del possesso palla difensivo, aumento dei rischi di subire contropiedi, fatica supplementare. L’ammissione di Garcia a fine partita è stata un gemma di onestà: «Stavamo rovinando tutto da soli».
Così stasera, per dare il benvenuto ai resti di un reparto spennato da infortuni e squalifiche (De Rossi tornerà martedì sera col Torino all’Olimpico), Corini rispolvererà la difesa a tre per irrobustire il centrocampo del suo Chievo (Hetemaj è squalificato). Hai visto mai. Per la Roma il Bentegodi (quando c’è il Chievo) è sempre stato sinonimo di punti: quattro vittorie, sei pareggi. Solo lo scorso anno, giocando malissimo, la Roma vide nella nebbia, non si sa come, riprodotta allo specchio l’immagine della sua modestia, una deformazione che aveva tanti responsabili, non solo Andreazzoli. E perse. «Andremo in Champions senza passare dal filtro dei preliminari», sprona Garcia: «Ma l’uscita del Napoli dall’Europa League non è una gran notizia per noi».
Fosse Benitez Garcia direbbe ai suoi: forza ragazzi, abbiamo meno partite da giocare: «Totti? L’avete visto tutti in che condizioni è rientrato. Ma ripeto: al di là della sua voglia di stare in campo, bisogna valutare sempre le sue condizioni generali. Quando sta così bene non bisogna mai dimenticare che non può e non deve giocare 5 volte di fila in 15 giorni e per tutti i 90 minuti ». Tradotto: Totti sì stasera ma in panchina col Torino fra tre giorni. O viceversa. «Sarei felice per Francesco se andasse in Brasile. E sarebbe bello anche per la Roma. Ma deciderà il ct».
Il Garcia “romano” sogna: «Vorrei tanto essere qui quando inaugureranno il nuovo stadio (sembrerebbe per il 2016/17, ndr), ma non dipende da me. Sono uno con la valigia sempre pronta». Messaggio chiaro. Il centrocampo disastrato? «Florenzi? Potrebbe essere una soluzione». Ma più da esterno alto in aiuto del centrocampo (Nainggolan, Pjanic e ancora l’affannato Taddei), che da centrocampista. «E basta con questa storia del caso Ljajic. Non esiste un caso Ljajic. Lui è sempre utile, che entri subito o in corsa. Devo fare delle scelte. A volte non scelgo lui. Tutto qui». Destro potrebbe partire dalla panchina: «Lui e Totti sono un valore in più davanti. L’unico aspetto negativo del proporli insieme è che poi io resto senza attaccanti centrali in panchina ». Insomma dipende. Quel che conta, e solo questo conta, è dimenticare il secondo tempo con l’Udinese, vincere col Chievo e mettere pressione al Napoli.
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