Scontri diretti e centravanti. Sono i due ultimi interrogativi a cui deve riuscire a dare una risposta vincente quel mago del sor Claudio Ranieri. Per il resto ha già fatto un capolavoro. Elenchiamone un po' di numeri, prendendo in esame le 19 partite successive al capitombolo di Como. Lo score dice 13 vittorie, 4 pareggi, 2 sconfitte; in totale sono 43 punti (media 2,2 ogni novanta minuti), roba inimmaginabile durante l'oscurantismo juriciano; segnate 38 reti, due a partita; incassate 16 reti; in queste 19 partite solo in un'occasione la Roma non ha segnato (Az), con una striscia aperta di 12 gare con almeno un gol all'attivo. Il tutto restituendo Dybala alla sua dimensione di campione, Soulé al suo destino di predestinato, Paredes al centro del gioco, Hummels alla sua storia, Angelino al suo ruolo dove è tra i più forti in circolazione. Come scrive Piero Torri su La Repubblica, torniamo ai due interrogativi che sono ancora da risolvere. Ovvero scontri diretti e centravanti. Non è un mistero che in questi ultimi anni la squadra giallorossa abbia fatto sempre un po' di fatica a confrontarsi con le squadre della parte alta della classifica. Dopo le prossime due gare (Cagliari in casa e Lecce fuori), Ranieri avrà la possibilità di risolve- re pure questo enigma visto che nelle successive otto di scontri diretti ce ne saranno parecchi (Juve, derby, Milan, Inter, Atalanta, Fiorentina). Dovesse riuscirci, l'obiettivo qualificazione Champions diventerebbe assai più probabile rispetto a quello che dice ora la classifica. Soprattutto se il sor Claudio riuscirà a dare una risposta positiva anche al secondo interrogativo. Ovvero poter contare su un centravanti in grado di garantire i gol. Shomurodov o Dovbyk? Questo il problema.
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