L'ultima volta che si sono trovate a sfidarsi tanto in alto in classifica era il 2001: Roma prima, Lazio terza. Ora sono le prime dei "normali", dietro la Juve degli invincibili. A separarle un solo punto: la vittoria darebbe alla Roma la matematica certezza di ripartire nella prossima Champions dalla fase a gironi, vincere per la Lazio significa prendere un vantaggio forse incolmabile nell'ultimo turno. Ma stavolta, a differenza di 14 anni fa, chi vince mette una seria ipoteca su un jackpot da 50 milioni di euro, come da report della Figc. I numeri sono chiari e spiegano perché il "biscotto", un pareggio che garantirebbe a entrambe di partecipare, almeno dai preliminari, alla prossima Champions League relegando all'Europa di serie B il Napoli quarto, non faccia comodo a nessuno. Garcia e Pioli lo sanno e promettono una grande partita.
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Derby Lazio-Roma, in palio Champions e 50 milioni
A separare le due squadre un solo punto: la vittoria darebbe alla Roma la matematica certezza di ripartire nella prossima Champions dalla fase a gironi, vincere per la Lazio significa prendere un vantaggio forse incolmabile nell'ultimo turno
50 MILIONI AL 2° E PREMI IN AUMENTO: AL 3° 10 MLN IN MENO - Cinquanta milioni di fatturato, si diceva: già, perché finire secondi o terzi non è uguale. Intanto dal punto di vista economico: la Roma seconda ha già messo a bilancio, grazie all'ultima Champions, entrate per 49,2 milioni di euro. Sarebbero stati meno se avesse partecipato anche la terza, ma il prossimo anno è previsto un aumento dei premi per federazione di circa un terzo, vuol dire che partecipare alla fase a gironi porta 12 milioni, non più 8,6. Aumenta in parte anche il market pool, la vera torta da spartirsi: la seconda continuerà a prendere una fetta più ampia (35%) della terza (15%), che in termini di euro vuol dire una decina di milioni di differenza. Sempre ovviamente che la terza passi la selezione estiva. Durissima, visto che né Roma né Lazio saranno teste di serie ai sorteggi del prossimo 7 agosto.
GARCIA-SABATINI A RISCHIO SENZA CHAMPIONS, TARE-PIOLI CONFERMATI - Ma le implicazioni superano il campo, e arrivano fino alle scrivanie. Senza Champions, infatti, Trigoria rischia di essere squassata da un terremoto destinato a travolgere tutti: in testa Garcia, ma anche i dirigenti, a cominciare da Sabatini, uno che se c'è da prendersi le proprie responsabilità non si tira indietro. Pallotta vigila, e stravolgere l'organigramma non lo spaventa. Al contrario, con il secondo posto l'allenatore francese, nuovamente soldio, manderebbe tutti in vacanza già da martedì e Sabatini punterebbe forte su obiettivi di livello mondiale: Higuain il primo nome sulla lista, molto più che una semplice idea. Tutti invece già confermati, a partire da Pioli, per la Lazio, vista la stagione al di sopra delle attese. E in caso di secondo posto? Tare ha saputo costruire una squadra da podio con pochi euro, con i 50 milioni della Champions è convinto di poter attrezzare una Lazio in grado di competere per il primo posto. Se poi il Manchester United concretizzasse l'offerta irrinunciabile per Felipe Anderson - circa 40 milioni - allora a Formello partirebbe un mercato da quasi 100 milioni. Abbastanza per sognare in grande.
PRELIMINARI DAL 18 AGOSTO: RISCHIO UNITED E VALENCIA - Ma non è solo una questione di soldi. Se il secondo può guardare con calma all'inizio di campionato e alla prossima Champions, il terzo in classifica non ha il tempo di finire il campionato che già deve iniziare a pensare al preliminare di agosto. Avversarie possibili? La rosa sarà di 5, Manchester United, Valencia o Leverkusen sicuramente, più lo Sporting Lisbona o - se passassero il primo turno preliminare - Shakthar e Ajax. Insomma, un'estate in salita che condizionerebbe anche la preparazione precampionato, con ritrovo anticipato e allenamenti immediati sulla brillantezza per farsi trovare pronti in vista dei play off europei: si parte il 18-19 agosto con le gare di andata, il 25 o 26 il ritorno.
1900 AGENTI, 800 STEWARD - Anche per questo l'aria all'Olimpico si annuncia infiammabile. Circa cinquantamila tifosi attesi allo stadio, trentamila i laziali padroni di casa, ventimila romanisti. E, intorno, 1.900 agenti delle forze dell'ordine, tra polizia, carabinieri, finanza e vigili urbani, a cui aggiungere gli 800 steward in servizio all'interno dello stadio. Un esercito schierato, un quartiere destinato a bloccarsi per la concomitanza con l'orario di uscita dagli uffici: strade chiuse dalle 15 nell'area intorno all'impianto, blindato il ponte Duca d'Aosta, quello degli scontri e delle coltellate, ma anche il tristemente noto bar River e la piazzetta dietro la curva Nord, possibili ritrovi per scontri tra ultrà. Nel tentativo, o nella speranza, di non trasformare un'altra partita di calcio in un un fatto di cronaca nera.
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