rassegna stampa roma

De Rossi e la Roma sempre più vicini a non lasciarsi mai

A oggi colloqui formali per allungare quella scadenza fissata per il prossimo 30 giugno non sono iniziati: a Trigoria non traspira fretta, la permanenza o meno nella capitale del numero 16 dipende prima di tutto dalla sua volontà

Redazione

Molti pensavano di vederlo già solcare i campi da soccer della MLS, altri temevano anche di vederlo tra gli acerrimi rivali della Juventus. La prima e unica scelta di Daniele De Rossi, a distanza di 8 mesi dalla scadenza contrattuale,  resta sempre un’altra: la Roma. Lo ha lasciato capire lui stesso domenica sera: «Spero di poter raggiungere tanti altri traguardi con la Roma». A oggi colloqui formali per allungare quella scadenza fissata per il prossimo 30 giugno però non sono iniziati, scrive Matteo Pinci su "Repubblica": a Trigoria non traspira fretta o nervosismo, è noto che la permanenza o meno nella Capitale del centrocampista dipende prima di tutto dalla sua volontà.

Molte squadre, comprese le tre grandi italianem hanno mostrato interesse nei confronti di De Rossi: in particolare l’amico Montella sarebbe felicissimo di averlo nel suo Milan. L’ex aeroplanino però può mettersi il cuore in pace: in questo momento, le intenzioni di De Rossi e quelle della Roma coincidono. I rapporti sono ottimi, lo erano quelli di Daniele con Walter Sabatini e lo sono quelli con il dg Baldissoni. Il club ha apprezzato tanti suoi comportamenti, in particolare le attenzioni verso i giovani, da uomo d'esperienza qual è, e l’autocritica dopo qualche errore discutibile, come l'espulsione contro il Porto.

Spalletti è stato chiarissimo: «Spero che Daniele resti il più a lungo possibile». E De Rossi di restare sarebbe felicissimo. Consapevole però che le condizioni contrattuali di oggi devono subire delle modifiche. «In questi anni ho guadagnato talmente tanto che il discorso economico è l’ultimo dei miei pensieri», giura lui. A quanto sarà disposto a rinunciare? Almeno alla metà di quei 6,5 milioni netti, afferma chi è molto vicino a lui. La preoccupazione maggiore del 33enne però è un’altra: che la competitività della squadra non precipiti. Anche per questo forse continua a lasciare socchiusa, senza blindarla, la porta verso gli States.