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Coppa Italia, una maledizione da sfatare. In campo i titolari

LaPresse

È stato l’ultimo trofeo vinto dai giallorossi nel 2008. Baldissoni in questura per mediare sulle multe in curva Sud

Redazione

La Roma ha dimenticato come si dice “Coppa Italia”, dopo averla alzata per ben nove volte nella sua storia, scrive Francesca Ferrazza su La Repubblica.

Quasi una maledizione quel numero “10” che appare irraggiungibile, come se la stelletta a cui darebbe diritto fosse imprigionata in qualche strana macumba calcistica.  Dalla stagione 2007/08 a Trigoria la bacheca è rimasta miseramente vuota, con il passare del tempo a impolverare scaffali e sogni dei tifosi.

Lunedì sera, allo stadio Olimpico, contro l’Entella, si spera che i giocatori non ripetano la figuraccia fatta un anno fa contro il Torino e due contro lo Spezia. In mezzo la semifinale persa contro la Lazio nel 2017, durante il secondo periodo spallettiano, lontana l’eco della finale conquistata dai biancocelesti in un dolorosissimo derby nel maggio del 2013.

Di Francesco sta lavorando sulla gara con l’Entella (solamente 12 mila biglietti al momento venduti), intenzionato a non fare troppo turnover, per non snobbare l’evento. Fuori Manolas e Nzonzi — entrambi infortunati e non al meglio — dentro Schick, che si gioca una maglia con Dzeko.

Mentre a Trigoria si lavora sul campo, Baldissoni, insieme allo Slo giallorosso, si è recato ieri in Questura per provare a trovare una soluzione intermedia rispetto alle multe per i cambi-posto che continuano ad arrivare in curva Sud. Il dg della Roma ha proposto che prima di mandare le sanzioni economiche, possa arrivare un richiamo attraverso il club con il nome del trasgressore, che, nel caso dovesse ripetere l’infrazione, sarebbe a quel punto sottoposto alla procedura ordinaria della Questura. In pratica si prova a trovare una una fase intermedia in cui è la Roma stessa che si fa interlocutrice col trasgressore prima della procedura ordinaria.