rassegna stampa roma

Zeman: “Io sono tifoso della Roma”

(Il Romanista – G.Dell’Artri) – Eccola dunque in edicola l’intervista che ha fatto tanto parlare – anche a sproposito – trequarti d’Italia pallonara di Zdenek Zeman, in edicola da ieri nell’inserto settimanale...

Redazione

(Il Romanista - G.Dell'Artri) -Eccola dunque in edicola l’intervista che ha fatto tanto parlare - anche a sproposito - trequarti d’Italia pallonara di Zdenek Zeman, in edicola da ieri nell’inserto settimanale Sette del Corriere della Sera. Le frasi "incriminate" stanno qua e ci stanno tutte, nessuna sorpresa, Zincone inizia praticamente così: Chiedo “A cena col nemico?”. Replica “Perché dovrei cenare con un nemico?”. Insisto “Andrebbe a cena con Giancarlo Abete, presidente di Federcalcio?”. E lui, dopo aver inserito la modalità sfinge: “Perchè no? Abete non è nemico mio. E’ nemico del calcio"

Bang. Ma il Big (Bang) è un altro, in verità. In questa intervista Zdenek Zeman dice per la prima volta una cosa che nn aveva mai esplicitamente detto mai pubblicamente:"Io sono romanista". E lo è non solo perché allena la Roma. C’è un inizio, un Big Bang,appunto, ed è a Licata.

Ci sono giocatori che hanno bonus legati alla quantità di rigori che ottengono durante la stagione. Anche Totti & Co.? Non credo. Contratti simili spingono a simulare cadute in area, no?. “Ago” Di Bartolomei diceva: “Talento e serietà valgono allo stesso modo” Ho visto giocatori con talento perdersi e non giocatori diventare giocatori dopo anni di allenamento.

La sua priorità qual è? La serietà o il talento?Serietà e impegno.

Lei ha la fama di essere molto duro con i suoi giocatori se non si comportano in maniera corretta. Ci sono giocatori di cui si dice che hanno carattere perchè non si contengono nelle proteste. Il carattere in realtà non c’entra. Devono imparare a dominarsi e a rispettare l’avversario e gli arbitri”  (...)

Be’, lei quest’estate ha detto che se un allenatore è squalificato per tanti mesi, non dovrebbe allenare. Parlavo in generale. Passare dal generale al particolare non era complicatissimo. Ci siete passati voi giornalisti. Non io.

Stampa e giornalisti hanno influenzato la sua carriera?Soprattutto tra il 1998 e il 2006. In modo negativo.

Gli scandali contribuiscono a fare pulizia?Doping, calcioscommesse... C’è qualche miglioramento. Ma temo che sia più per paura di essere scoperti che per convinzione. Servono più esempi positivi.

Bisogna partire educando i giovani dalle scuole calcio?Ho sempre spiegato ai miei giocatori il concetto del collaborare, del recuperare un risultato uniti. La mia “zona” è questo: il contrario di un calcio in cui i giocatori pensano solo al proprio spazietto.

La “sua” Roma è questo?Ci sto lavorando.

C’è chi dice: «Zeman è cambiato. Non è più quello ultra-offensivista della zemanlandia foggiana e del ferreo 4-3-3.Il mio pensiero sul calcio non è cambiato. Possono essere cambiati gli interpreti.

Ha detto più volte che eravate sfavoriti dal cosiddetto “sistema”. Il “sistema” non esiste più? È quello che mi auguro.

Ora ha l’occasione di rifarsi. È per questo che sembra così felice di essere tornato a Roma?Sono felice perché sono tifoso della Roma. Quando allenavo il Licata a inizio Anni 80 e già facevo giocare un bel 4-3-3, un amico romanista mi ossessionava con le imprese dei giallorossi. Non capivo perché. Quando sono arrivato qui è stato tutto chiaro. La squadra è nei cuori di molti romani.

È più facile che un giocatore nasca zemaniano o che lo diventi?Sono più quelli che lo sono diventati.

Il giorno dopo la vittoria della Roma sull’Inter il titolo giallorosso è schizzato in Borsa del 5% e passa.Penso che le società di calcio non dovrebbero essere quotate in borsa. I risultati mi danno ragione. Il calcio deve stare fuori dalla finanza e dalla politica.

L’errore più grande che ha fatto? ...Non ho fatto grandi errori!. (...)