(Il Romanista)- «Il fatto che Totti sia convinto del suo allenatore e abbia guidato il gruppo durante la preparazione, che è la più difficile per un calciatore, ci rende fiduciosi». Ha il sorriso delle grandi occasioni, Claudio Fenucci.[...]
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«Tra Totti e Zeman stima vera»
(Il Romanista) – «Il fatto che Totti sia convinto del suo allenatore e abbia guidato il gruppo durante la preparazione, che è la più difficile per un calciatore, ci rende fiduciosi».
Zeman è cambiato con la Roma?
Non credo che ci siano grandi differenze, né sul modo di allenare né su quello di preparare le partite. Le sue idee sono rimaste le stesse. Cambiano gli interpreti, ma lui sposa la nostra filosofia, una squadra che gioca sempre all’attacco. Anche l’anno scorso volevamo una squadra aggressiva, pur con un sistema diverso, e adesso con lui ci siamo trovati benissimo perché conoscevamo la sua idea di gioco, sapevamo quello che poteva dare.
Sembrava che tutti o quasi gli allenatori giallorossi parlassero di Totti in un certo modo per rispetto della sua figura. A noi sembra che Zeman ne parli con sincerità vera, è così? Può essere che il Capitano percepisca la stima del suo allenatore, visto come ha giocato ieri, rincorrendo ogni pallone?
Credo che tra Francesco e il mister ci sia un rapporto molto forte, di grandissima stima reciproca, sincera e vera, questo può aver aiutato l’uno e l’altro in questa fase di lavroro. È importante che ogni giocatore segua l’allenatore. Sappiamo che i suoi allenamenti richiedono un grande sacrificio, ma con questo sacrificio siamo convinti di poter fare una grande stagione e anche Totti lo è, lo abbiamo visto allenarsi alla grande e questo ci conforta su questa strada. Il fatto che Totti sia convinto del suo allenatore e abbia guidato il gruppo durante la preparazione, che è la più difficile per un calciatore, ci rende fiduciosi.
La Roma di quest’anno come la Juve dell’anno scorso, in tanti dicono anche per la fame. È così? Anche per l’inserimento di Florenzi: l’anno scorso, quando la Juve inseriva un nuovo giocatore, andava tutto bene e non c’erano problemi, così è successo anche alla Roma domenica.
Sul fatto che anche noi vogliamo costruire una squadra competitiva e che dia soddisfazioni ai tifosi, credo che ci siano. Poi per il gioco e le differenze degli allenatori, l’inserimento di un giocatore non dovrebbe cambiare niente. Se vogliamo trovare delle coincidenze tra le due realtà, ci sono. Noi dobbiamo continuare a lavorare come stiamo facendo sapendo che possiamo ottenere grandi risultati. Stiamo lavorando anche per costruire una società che possa dare garanzie ai tifosi.
Florenzi è stato lanciato da Stramaccioni?
Nel processo di formazione di un giocatore intervengono diversi allenatori. Per Florenzi l’esperienza al Crotone è stata decisiva per la sua formazione.
Il Manchester City quanto voleva per De Rossi? Ora può dircelo...
Il City era interessato al calciatore ma una reale trattativa non è mai partita. Più o meno quanto hanno offerto? Non abbiamo ascoltato molto in realtà... Non c’è mai stata la convinzione fino in fondo di portare avanti la trattativa, quindi le cifre lasciano il tempo che trovano.
Possibile non ci sia mai stata un’offerta concreta?
De Rossi è un calciatore diverso dagli altri, sia per caratteristiche tecniche sia per quello che può dare alla Roma nei prossimi anni, quindi anche per valutare l’ipotesi di una cessione avremmo dovuto pensarci molto. La Roma sta seguendo una strada diversa. Stiamo costruendo una squadra competitiva, abbiamo ridotto la rosa da 36 a 22 giocatori, abbiamo abbassato il monte ingaggi, abbiamo intrapreso la strada del risanamento e gli azionisti ci hanno supportato negli investimenti. Abbiamo privilegiato i fattori legati alla competitività della squadra piuttosto che le questioni economiche. Quando si parte da queste basi, si può sentire l’offerta ma non prenderla in considerazione. In realtà una cifra concreta non c’è mai stata.
Lei conosce bene il tecnico. Zeman è cambiato in questi anni, cosa può raccontarci?
Non ho grandi aneddoti da raccontare, anche se penso di avere un ottimo rapporto. Rispetto a Lecce l’ho trovato molto rilassato, disposto alla battuta, in privato sa essere simpatico e divertente. L’unica cosa che mi viene in mente è che ha fatto serpeggiare una notizia non vera, che mi ha battuto a golf. Ma va smentita.
Zeman è conosciuto fuori dall’Italia? Ieri (domenica, ndr) è stato celebrato anche da uno striscione dei tifosi dell’Inter. Ma è esportabile il prodotto Zeman?
Quando siamo andati in America ha avuto un riscontro molto positivo sotto il profilo mediatico. È stato riconosciuto come uno delle icone del calcio italiano, non credo sia così sconosciuto nei paesi dove si parla di calcio. Credo che dobbiamo esportare il sistema di gioco vincente della squadra, ieri abbiamo fatto dei gol bellissimi che possono diventare uno spot del calcio italiano, che è molto più bello di quanto si faccia credere, non credo servano poi grandi campioni, serve una squadra che imponga il proprio gioco e faccia spettacolo.
Quando c’è stato il contatto con Zeman?
Immediatamente nel momento in cui Luis Enrique ha deciso di andare via. Se l’abbiamo contattato quando la squadra era da rifare? Beh, l’abbiamo rifatta alla fine (ride, ndr). Avevamo una lista di allenatori italiani ed esteri e alla fine è stato scelto Zeman perché era in linea con il volere della società. Sono contento della scelta, perché può dare qualità alla squadra, grazie anche al grande lavoro di Sabatini e Baldini che hanno portato nella Roma tanti giovani talenti.
Il gol di Osvaldo?
Totti ha detto che aveva calcolato anche il rimbalzino finale per il gol in pallonetto!
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