(Il Romanista - D.Galli)Mark Pannes e Mauro Baldissoni hanno deciso all’improvviso. Senza dire niente a nessuno. Senza farlo sapere nemmeno all’ufficio comunicazione. E alla fine non hanno voluto rilasciare dichiarazioni, sono spariti inghiottiti dalla folla, immersi nel mondo che da un anno a questa parte dirigono. Perché non volevano, non vogliono, che sembri quello che non è: il tentativo di arruffianarsi quello che di più bello c’è dietro la Roma. Quello che per molti è l’essenza della Roma.
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Totti: «Ora serve continuità»
(Il Romanista – D.Galli) Mark Pannes e Mauro Baldissoni hanno deciso all’improvviso. Senza dire niente a nessuno. Senza farlo sapere nemmeno all’ufficio comunicazione.
Però non hanno fatto i conti con i colleghi di Sky che li hanno riconosciuti. Erano in Curva. In Curva Sud. Amministratore delegato e consigliere dell’As Roma hanno visto da lì la partita. Pannes voleva cambiare punto di vista. Voleva vedere la squadra come la vedono quindicimila persone ogni maledetta domenica, o di lunedì stavolta. Voleva provare, forse, le stesse sensazioni che Baldissoni - quindici abbonamenti in Curva, quindici! - conosce bene. Si sono piazzati al centro della Sud e ci sono rimasti per tutto l’incontro. Novanta minuti dal sapore ultras, senza che qualcuno li riconoscesse, sensa far sì che qualcuno (soprattutto) riuscisse a riconoscerli. Sono andati via come gli altri, come tutti, come quello che Baldissoni è: da tifosi della Roma.
Fuori dallo stadio avranno poi ascoltato alle radio le parole della squadra. Marquinhos ha entusiasmato. «Vogliamo sempre vincere con questa maglia», ha raccontato il giovanissimo (18 anni e non dimostrarli) centrale brasiliano. Marcos è titolare fisso. Un intoccabile. «Non me l’aspettavo, però sto lavorando sempre duro. Resto comunque con i piedi per terra. I compagni della difesa mi aiutano e per questo sto bene e sono felice qui a Roma. La Champions? Stiamo lavorando per quello. È dura, questo scudetto (Marcos in realtà si riferisce al campionato, ndr) non è facile, tutte le partite sono difficili. Ma stiamo lavorando sempre sereni e per vincere».
Per Bradley, era necessario superare uno choc: «Dopo il derby era importante vincere questa partita, in qualsiasi modo». Nel ruolo di centrale di centrocampo, Michael se l’è cavata egregiamente. «Non è stata una partita facile - commenta l’americano - il Torino era una squadra molto compatta e organizzata. Sono stati sempre chiusi. Ma abbiamo fatto un secondo tempo molto buono, abbiamo cercato sempre di giocare e siamo riusciti a fare due gol». Gol che manca un po’ a Bradley. «Nelle altre squadre ne ho fatti diversi, forse sono un po’ più al centro rispetto a prima ma decide il mister e giocherò in tutti i ruoli per la squadra». Ora c’è il Pescara. «Dobbiamo essere pronti per un’altra battaglia. Ma se abbiamo fiducia in noi stessi, possiamo vincere». Bradley crede nella zona Champions. «Se continuiamo così sì, possiamo farcela». Sicuro. Sorride anche Florenzi. «Con l’aiuto dei compagni - dice - tutto è più facile».
Il commento più importante è di Totti. «In questo momento della nostra stagione - spiega - dobbiamo assolutamente cercare di mettere in fila un buon numero di risultati positivi: siamo una squadra forte e quello che ora ci serve è la continuità nel raccogliere punti per risalire la classifica. Un tassello utile in questo senso lo abbiamo piazzato vincendo stasera (ieri, ndr): il Torino non aveva mai perso in trasferta e si tratta di una squadra organizzata, ben messa in campo e capace di mantenere vicini i suoi reparti. Anche a Pescara domenica non sarà facile, visto soprattutto il momento che sta attraversando la nostra prossima avversaria: dovremo essere concentrati ed efficaci, senza mai abbassare la guardia».
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