rassegna stampa roma

Torna la vittoria. Meritata

(Il Romanista – C.Zucchelli) Tre punti preziosi, anzi preziosissimi.

Redazione

(Il Romanista - C.Zucchelli) Tre punti preziosi, anzi preziosissimi. Perché arrivati contro una squadra, il Torino, che era imbattuta in trasferta e che, fino a metà del secondo tempo, vende carissima la pelle.

Tre punti d’oro, quelli conquistati ieri dalla Roma all’Olimpico contro la squadra di Ventura – 2-0, Osvaldo e Pjanic, il risultato finale – che proiettano i giallorossi a quota 20 in classifica, sesto posto raggiunto e Europa finalmente nel mirino. (...)

Perché finalmente la Roma non prende gol, gioca quando c’è da giocare e soffre quando c’è da soffrire, colpendo il Torino con un rigore di Osvaldo e un tiro di Pjanic deviato da un difensore granata. Serviva una risposta dopo il ko nel derby e risposta è stata, con Goicoechea che non corre quasi mai pericoli e un giocatore, Marquinhos, in dubbio fino all’ultimo e poi autore di una prova da incorniciare. Perfetto il brasiliano, fin dai primi minuti, quando, a soli 18 anni, dirige la difesa che concede poco o nulla ai granata.

La partita la fa la Roma: dopo 9’ splendida percussione palla al piede di Lamela, l’argentino prima fa 40 metri di campo poi allarga per Osvaldo il cui destro a giro termina alto sopra la traversa. Sfiora la traversa, 10’ più tardi, anche Francesco Totti che dal limite dell’area prende la mira e lascia partire un tiro a giro che termina fuori di un niente. La Roma domina in lungo e in largo ma pericoli, fino alla mezzora, Gillet non ne corre più perché Piris prima e Balzaretti poi non riescono ad approfittare di due invenzioni di Totti.

Al 33’ ci prova allora Pjanic, da 30 metri, a sorprendere il portiere del Torino con un destro che però è tutto tranne che pericoloso. Lo è invece, due minuti più tardi, un tiro in corsa di Florenzi, ben servito da Lamela, che però finisce ancora una volta a lato. Il Torino si fa vedere per la prima volta al 34’ quando Bianchi, su passaggio dalla destra da Cerci, calcia di prima intenzione ma trova Goicoechea pronto a mandare in angolo. Il capitano del Torino si trova a tu per tu con il portiere romanista allo scadere ma Marquinhos, in scivolata, gli toglie il pallone dai piedi strappando applausi a tutto l’Olimpico. Nel secondo tempo le squadre rientrano con gli stessi 22 in campo e il copione non cambia: la Roma attacca ma senza essere troppo pericolosa, il Torino si difende con ordine e quando può prova a ripartire in contropiede. Ci prova Totti, un paio di volte, a dare la scossa ma Gillet fa buona guardia su un tiro centrale (...)

Per provare a dare più vivacità all’attacco Zeman ricorre allora a Destro, inserito al posto di Totti (con Osvaldo per la prima volta da quando è a Roma capitano), e a Marquinho, che entra al posto di Florenzi. Proprio il brasiliano è protagonista al 24’ quando Ogbonna prima e soprattutto D’Ambrosio poi lo fanno cadere davanti a Gillet: l’arbitro fa cenno di proseguire ma il giudice di linea, Calvarese, dà il rigore. Sul dischetto, fascia al braccio e sicurezza enorme, va Osvaldo che sotto la Sud porta in vantaggio la Roma realizzando il settimo gol con la Roma quest’anno (decimo totale compresa la Nazionale). Ventura si imbestialisce (“Vergogna”, urla rivolto alla telecamera), e Guida lo caccia senza tanti problemi.

Il Torino crede nel pareggio e alla mezzora sono brividi quando Santana, lasciato colpevolmente solo da Piris, al volo non inquadra lo specchio. Lo inquadra invece Destro, a 10’ dalla fine, ma il pallone sfiora il palo alla sinistra di Gillet e nega all’attaccante la gioia del raddoppio, che manca anche Lamela con un sinistro, all’interno dell’area, da dimenticare. Al 40’ la Roma chiude la partita: destro di Pjanic dal limite dell’area, deviazione decisiva di Gazzi che spiazza Gillet e festa enorme del bosniaco che si toglie la maglia e va a festeggiare sotto la Sud. Festeggia lui, festeggia la Roma che porta a casa i tre punti, non prende gol e si mette alle spalle il derby. La speranza, adesso, è trovare la continuità. E mentre la squadra lascia il campo sulle note di Grazie Roma non si può fare a meno di pensare che a Pescara, domenica, non si può e non si deve sbagliare.