(Il Romanista - A.F.Ferrari) -Un carroarmato, una macchina da guerra. Questo ricorda Kevin Strootman ai tifosi della Roma quando lo vedono giocare. Quando combatte in mezzo al campo, senza lasciare mai un centimetro all’avversario di turno. Quando "ringhia" a chiunque non gli vada a genio, compresi gli arbitri. Il tutto, però, con la massima correttezza e sportività possibile. Insomma, un giocatore di un’altra categoria sia dal punto di vista tecnico sia caratteriale che molti addetti ai lavori avevano già adocchiato fin da quando nel 2011 passò prima dallo Sparta Rotterdam all’Utrecht e poi, pochi mesi dopo, al Psv Eindhoven che lo prelevò insieme a Mertens, finito poi a Napoli.
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Strootman: «Il prezzo è giusto»
(Il Romanista – A.F.Ferrari) – Un carroarmato, una macchina da guerra. Questo ricorda Kevin Strootman ai tifosi della Roma quando lo vedono giocare.
Un classe ’90 (sì, un classe ’90...) che ha stregato tutti, compreso il commissario tecnico dell’Olanda, Louis Van Gaal, che gli ha affidato il centrocampo, e non solo, della sua squadra: «Van Gaal dice che sono sicuro del posto per i Mondiali come Van Persie e Robben? È bello sentire queste cose dal proprio allenatore. Un paio di mesi fa, per qualcuno era ancora incomprensibile che la Roma avesse speso così tanti soldi per me...», le parole di Kevin poco prima dell’amichevole giocata venerdì sera contro il Giappone.
Sedici milioni di euro (più quattro di bonus) che ora tutti sostengono essere stati ben spesi dalla Roma: «Il calcio è così, una settimana è tutto perfetto, quella successiva va tutto male, succede questo anche in nazionale», ha precisato Strootman che poi, però, si leva un altro sassolino dalla scarpa: «A Roma sto bene, ma c’è molta gente che mi telefona solo perchè mi ha visto giocare una partita in Italia... Forse molte di queste persone dovrebbero almeno vedermi giocare una volta...». Dal suo arrivo in giallorosso Kevin ha saltato solo una partita: la prima stagionale contro il Livorno. Un forfait dovuto all’infortunio alla caviglia sinistra rimediato nell’ultima amichevole prestagionale contro la Ternana a Terni. Una volta rientrato, però, l’olandese non è più uscito. Sono, infatti, undici le presenze stagionali con la maglia della Roma per un totale di 1016 minuti giocati (recuperi inclusi): 92,3 di media a partita.
Insomma, un mostro. Un giocatore insostituibile per Garcia che, infatti, dopo averlo convinto a venire a Roma («voleva essere sicuro della scelta che stava facendo», ha rivelato il tecnico francese poco più di un mese fa), l’ha cambiato solo una volta: Roma- Bologna 5-0. Cambio che arrivò al 67’ minuto, quando la partita era già ampiamente in mano ai giallorossi che avevano già segnato quattro dei cinque gol finali. Un giocatore indispensabile anche per la sua Olanda con cui, a 23 anni, ha già raccolto 22 presenze e segnato 3 gol, senza contare le presenze e le marcature con le varie Under 21, Under 19 e Under 18.
Ora il ragazzo nato a Ridderkerk (comune di circa 45 mila abitanti vicino Rotterdam) sta facendo le fortune della Roma con cui vuole arrivare in alto anche se «c’è la Juventus che prevale sulle altre, a volte sembra una macchina. Rudi Garcia ha lottato duramente per il mio arrivo. Ho voluto dimostrare subito quello che valevo, vista la presenza di giocatori di classe mondiale come Daniele De Rossi e Francesco Totti». Altre due macchine da guerra.
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