(Il Romanista - M. Izzi) - De Sanctis è giallorosso. È stata una telenovela, ma ha avuto un lieto fine. La storia romanista è però piena di vicende curiose, paradossali, comiche, se non divertenti, legate proprio ai portieri. Partiamo dalla stagione 1940/41, la Roma decide di non rinnovare il contratto a Guido Masetti. Il mito di Testaccio ha atteso fino all’ultimo secondo la proposta della Roma, lasciando cadere le richieste del Padova. Una volta “sfumata” questa alternativa, Guido rifletterà sulla possibilità di trasferirsi a Colleferro e a Castellamare, per poi optare per il ritiro dall’attività agonistica. Chi aveva pensato di poter rinunciare a cuor leggero all’esperienza di un tale fuoriclasse, viene però ben presto annichilito. Tra i pali della Lupa si alternano Ceresa, Ippoliti e Rega, il risultato è sempre un diluvio di palloni che finiscono nella rete giallo-rossa. La squadra sta per finire in serie B, e i dirigenti che hanno dato il benservito a Masetti, contattano Fulvio Bernardini per cercare una via d’uscita. Fulvio chiede a Masetti di fare un salto in sede e pretende a suo nome, il reintegro con il pagamento di tutti gli arretrati. Risultato, Masetti salva la Roma, ottiene il rinnovo del contratto e nella stagione successiva sarà uno dei punti di forza della formazione che conquisterà il titolo di campione d’Italia. [...]
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Storie di portieri, storie di Roma
(Il Romanista – M. Izzi) – De Sanctis è giallorosso.
Altro saltino “decennale” e nell’estate del 1966 ecco consumarsi la tragicomica vicenda Cudicini. Mentre il portiere è in tournee con la Roma in Australia, gli viene comunicata la cessione al Brescia. Cudicini, “distrutto” dal trattamento subito, non riesce neanche a giocare nell’ultima gara del tour. Una volta rientrato a Roma, trova però la forza di suggerire a chi di dovere il nome del suo successore: «Prendete Zoff, è bravo». La Roma ignora la segnalazione e punta su Pizzaballa, reduce dai mondiali d’Inghilterra. Con tutto il rispetto per Pizzaballa, la proporzione del “duplice orrore” della Roma di Franco Evangelisti è di proporzione mondiale. [...]
Nel settembre del 1988, con il profilarsi del tramonto della stella di Franco Tancredi (che sembra prossimo al rientro a Trigoria nelle vesti di preparatore dei portieri), la Roma contatta Giovanni Cervone. L’ingaggio si concretizzerà la stagione successiva, avviando un rapporto bello quanto “bizzoso”. Giovanni, sotto le cure di Roberto Negrisolo, fa grandi miglioramenti, il carattere rimane però il suo tallone d’Achille. Nel 1993 viene messo ai margini della rosa, con la Lupa che acquista Pazzagli (cantautore musicale a tempo perso e autore di un paio di album, uno dei quali, “Spero che esistano gli angeli”, premiato da Mogol) e Lorieri. Il 6 febbraio 1994, però, Lorieri commette un errore clamoroso contro il Milan. Su un cross di Savicevic esce a vuoto e propizia il gol dello 0-2 di Maldini che chiude il match. Sensi parla di “prestazione pietosa” della squadra, i tifosi dell’ Olimpico contestano con forza. La domenica seguente Cervone, che non era neanche in panchina, ritorna titolare. Anche nella stagione 94/95 Cervone si metterà nei pasticci per una brutta risposta indirizzata al presidente Sensi, il rapporto, però, arriverà al capolinea solo nel 1997. Messo fuori rosa per tre mesi, ci saranno poi tentativi per arrivare addirittura ad un rinnovo triennale, poi, il 20 giugno, l’annuncio dell’ingaggio di Konsel, chiuse il discorso. Nel 2001, infine, Roma vicina a Buffon, con tanto di visita del procuratore Martina a Villa Pacelli … poi, la decisione di puntare sull’ emergente Pelizzoli, con un esborso di 27 miliardi che sarà tra i più sfortunati della storia del club.
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