(Il Romanista - S.Romita) Sono infiammato come un nervo sciatico. E vi racconto come è andata.
rassegna stampa roma
Stella ciao
(Il Romanista – S.Romita) Sono infiammato come un nervo sciatico. E vi racconto come è andata.
Ho bevuto un bicchiere di vino prima che iniziasse la partita perché Torino di notte a gennaio è fredda. Anche vista da Roma. Ne ho riempito poi un altro perché essere in svantaggio – e poi in quel modo lì – mi crea comunque uno stress insopportabile. Inutile dirvi che cosa ho fatto successivamente. E, come per farmi coraggio in un momento in cui credevo che tutto sarebbe stato possibile, ho chiesto un piccolo aiutino a Bacco. Mi sono detto per placarmi – ci sarà pure una ragione se questi qui sono campioni d’inverno no? – che la partita dura novanta minuti. C’era tempo. O almeno sembrava, in quel momento, che ci fosse. In fin dei conti si era al 17’ e Kjaer aveva incornato maestosamente, ma di poco sopra la traversa. Dovevo assolutamente rimboccare il bicchiere. Magari solo due dita…..che sono diventate dieci, dodici diciamo, dopo il classico colpo di Del Piero. Vedevo solo Pjanic, Gago e un Lamela smarrito. E tre contro dieci è un po’ troppo anche per la mia orgogliosa Roma. Poi, con l’intervallo, mi sono trovato indeciso tra il raccomandato “ tea caldo” e il poco raccomandabile vino ghiacciato. Ho optato, naturalmente per il secondo, e ho perso un po’ di tempo immaginando che cosa avrei modificato al posto di Luis Enrique. Forse avrei tolto Simplicio, forse avrei messo una terza punta con Borini.(...) Lui l’ha fatto, ma tardi. E in cuor mio sapevo però che avrei dovuto avere dei difensori italiani forti da innestare nel gioco spagnolo.
Ma forse il mio ragionamento non era limpido. Mi ero già stordito abbastanza. Pensavo che andare all’intervallo sul 2-1 avrebbe potuto essere una speranza. Ma così, senza aver accorciato lo distanze, l’impresa sarebbe stata impossibile. Poi nel secondo tempo siamo stati migliori di noi ma non degli avversari, e senza far male. Pjanic e Gago sono stati eccellenti e Taddei si è un po’ ripreso. Non siamo stati così infelici come la Rai voleva far credere. C’era un giudice che fischiava a senso unico, e cronista e commentatore si sperticavano in elogi per Conte e i suoi undici confettini rosa. Ho tolto l’audio prima che i due mi riempissero di saliva il televisore. Il leccaggio dei vincenti non mi è mai piaciuto. E pagare il canone Rai per ascoltare delle stupidaggini non è corretto. Ho visto un Borriello nervoso e antipatico, oltre che falloso, ho visto un rigore su Kjaer, un fallo per trattenuta di Chiellini su Lamela punito con l’espulsione dell’argentino perché cadendo – immagini Rai inesistenti - ha colpito (quanto volontariamente?) i tesori dello juventino. E ho visto fischiare tutto ai giallorossi e niente ai bianconeri. Ho però visto una Juve più concreta, aggressiva e assillante nel pressing dei giallorossi. E sostanzialmente più forte. Poi non ho visto più nulla. (...)
Alla fine di tutto, proprio perché non amo i residui, ho regalato la scolatura della bottiglia al più bello di natura. Cioè in questo caso a me stesso. Stella ciao. Stella ciao, stella ciao ciao ciao. O romanista portami via, che mi aspetta il campionato. Ok. Ci concentreremo sul girone di ritorno a partire dal Bologna. Non so quanti di voi credessero quest’anno nella coppa Italia. Io sinceramente no. (...) Non era alla nostra portata, come disse la volpe di Fedro all’uva che, sia pur matura, era diventata per forza di cose acerba. Dunque? Dunque ve l’ho detto. Sono infiammato come un nervo sciatico che è stato stupidamente sollecitato e provocato. E non basterà un altro bicchiere di ambrosia per farmi prendere sonno questa sera. Ma so anche che non è successo nulla di grave. Noi andiamo avanti. C’è tanto da vedere ancora di questa Roma. Compreso il secondo posto in campionato dietro la Juventus. Dietro per quest’anno. Davanti il prossimo.
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