rassegna stampa roma

Radamel Falcao, figlio dell’amore per il Divino

(Il Romanista – F.Bovaio) – Quando a Santa Marta, in Colombia, il 10 febbraio del 1986 a Radamel Garcia nacque il figlio maschio che tanto aspettava gli venne un’idea:

Redazione

(Il Romanista - F.Bovaio) - Quando a Santa Marta, in Colombia, il 10 febbraio del 1986 a Radamel Garcia nacque il figlio maschio che tanto aspettava gli venne un’idea:

lo chiameremo come me, certo, ma anche come lui, Paulo Roberto Falçao, il giocatore che ho più ammirato nel corso della mia vita. Ora, è chiaro, non possiamo sapere se le parole che pensò furono proprio queste, ma il senso sì e così a quel bambino fu ufficialmente registrato all’anagrafe con il nome di Radamel Falcao Garcia Zarate. L’altro ieri il piccolino, nel frattempo diventato uno degli attaccanti più forti del calcio attuale, ha steso la Lazio con una doppietta segnata proprio su quel campo che fu il palcoscenico sul quale si espresse quel grande calciatore di cui il padre volle dargli il nome.

 

Paulo Roberto Falçao, l’uomo del secondo scudetto della Roma, il brasiliano dai capelli biondi e ricci che insieme a Viola, Liedholm, Agostino, Bruno e tutti gli altri riportò la squadra giallorossa nell’elite del calcio italiano. Ma perché il colombiano Radamel Garcia ammirava così tanto quel brasiliano che in Patria giocava da "volante" davanti alla difesa con il numero cinque? Semplicemente perché anche lui, come gran parte dei sudamericani, era un calciofilo sfegatato, ma non solo come semplice tifoso, bensì come calciatore e anche di discreto livello, che di ruolo faceva il difensore. [...]

"Una sera mi venne a trovare nella mia casa di Cuccaro - ci raccontò il Barone - e durante la cena mi chiese se secondo me lui era in grado di fare l’allenatore. Certamente, risposi io, anche perché tu lo sei sempre stato, visto che anche nella Roma eri il mio allenatore in campo, tanto che quando giocavi tu io potevo anche starmene tranquillo in panchina. Lo vidi soddisfatto di quella risposta e pensai che di lì a poco sarebbe stato ingaggiato da qualche squadra per la prima panchina della sua nuova carriera. Invece me lo ritrovai addirittura Commissaro Tecnico del Brasile, cioè guida della più importante formazione del mondo. Prima di accettare l’offerta della Federcalcio del suo Paese volle sentire il mio parere. Un bellissimo gesto di rispetto e umiltà che mi colpì molto". [...]