(Il Romanista) La conferenza di Luis Enrique.
rassegna stampa roma
“Voglio una Roma all'attacco per 30 minuti”
(Il Romanista) La conferenza di Luis Enrique.
Luis Enrique, De Rossi sarà per i prossimi 5 anni un giocatore della Roma. Mi aspettavo che firmasse il rinnovo, come ho detto sempre, anche dal primo giorno perché ho parlato con lui quando sono arrivato qui e sapevo come la pensava. Ho sempre detto che è un giocatore di riferimento per noi. Un calciatore di livello altissimo. Mi aspetto ancora tanto da lui. Ci sono dei giocatori che possono fare molto e lui è uno di loro. Per il resto non ho nessuna cosa da dire. È importante sapere il pensiero dei giocatori ma lo vedo già ogni giorno. Il mio lavoro è quello di migliorare questa squadra, qualche volta riusciamo a farlo, qualche volta no, ma io continuo con il mio pensiero e con il mio lavoro.
Adesso che ha un De Rossi in più, si sente alla pari delle grandi che lottano per lo scudetto? Oggi no, perché per essere grande hai bisogno di una regolarità che ancora non abbiamo. Adesso l’unica squadra che ho visto chiaramente superiore a noi in partita secca è il Milan. Per regolarità siamo ancora lontanissimi da quelli che aspirano a vincere il campionato o ad andare in Champions League. Perché la classifica è quella che conta. Ma manca ancora tantissimo e quello è un pensiero ottimista per noi: sapere che non siamo stati regolari in questa metà del campionato, ma manca ancora la seconda parte, manca quasi tutto il girone di ritorno e sono fiducioso perché quello che vedo mi fa essere fiducioso. Non lo so, vedremo se saremo capaci di farlo.
Visto che lei è un appassionato di ciclismo, è come se domani se le facessero fare i 200 km sui 70, perché è un terzo di partita. Ci sono giocatori più adatti o meno adatti per giocare uno spezzone? Questo influirà sulle tue scelte? Farete qualcosa di particolare nel riscaldamento? No, ho parlato con Rafael (Cabanellas, il preparatore atletico, ndr) e non faremo nessuna cosa diversa. Non farò una scelta di calciatori perché la partita è di 30 minuti e non di 90. Faremo come al solito la nostra scelta per andare a vincere questa partita. Che sì, è più piccola, in una situazione un po’ strana per la quantità di minuti che dobbiamo giocare, ma il resto sarà come al solito. Trenta minuti sono tantissimi se facciamo le cose bene e possono essere lunghissimi se li facciamo male. Mi aspetto di fare trenta minuti di possesso e se possiamo essere nel campo avversario nei trenta minuti, meglio sarà. Ma è difficile perché di fronte c’è un avversario che sa che cosa sta facendo. Se guardiamo la partita precedente contro di loro, nel loro stadio, sono stati bravi a ripartire e sono stati bravi a sfruttare i nostri errori. Penso che quello sarà un esempio per noi: sapere che cosa abbiamo fatto male e lavorare su questo.
Ci dà un giudizio su Marquinho? Che tipo di giocatore è? Che ruolo potrà ricoprire?Ha fatto solo un allenamento. Credo che sia lontanissimo del livello fisico della squadra. Deve lavorare tantissimo e deve migliorare molto. Deve conoscere il gruppo, lo staff. Ma mi piace, mi piace... Lo vedo che ha qualità, è un mancino che può saltare l’uomo e spero che sia all’altezza. Ma è un calciatore che viene da fuori, questa è una prova difficile per lui. Sono fiducioso, però, l’ho visto già prima che venisse qui e sono fiducioso. Può aiutare la squadra.
In Spagna da tempo si adotta il sistema di riprendere la gara da dove è stata sospesa. Le è mai capitato di vivere un’esperienza come questa? No, non mi è successo mai. Magari non mi ricordo, perché ho una memoria selettiva. Non credo che sia un vantaggio o uno svantaggio. È una partita tra due squadre che fino al minuto 70 hanno pareggiato e adesso mancano questi 25 minuti con il recupero.
Spera di partire forte?Speriamo, speriamo… ma porta sfiga! È meglio non commentare. No, no, mi aspetto una squadra che faccia possesso palla, che faccia la sua proposta e l’altra squadra ad aspettare per ripartire, attendendo i nostri errori. È questo quello che mi aspetto, un po’ quello che vedo in ogni, o quasi. Una partita che noi giochiamo. Il dubbio è sapere quale squadra sarà più attenta, più cattiva e con più fame. Ma è stimolante per le due squadre, non solo per la nostra, sapere che in trenta minuti possiamo prendere tre punti. Tre punti sono bellissimi, un regalo bellissimo, perché ci darebbero l’opportunità di salire ancora di più in classifica.
De Rossi ha detto che questo deve essere l’ultimo anno di transizione. Riguardo a questa stagione ha detto che l’obiettivo per quest’anno è il terzo posto. Concorda?Io non ho obiettivi. Mi dispiace ma non parlo di obiettivo. Il mio obiettivo è vincere domani (oggi, ndr) a Catania e dopo a Siena, quello è il mio obiettivo. Sembra uno slogan ma quello è il mio obiettivo. Io non penso al prossimo anno, se saremo da scudetto, se saremo da Champions. Non mi interessa quello, mi interessa questa partita. Mi interessa Catania. Mi interessa vincere questi tre punti. Lo sai che cosa succede ad uno che inizia a pensare che cosa farà il prossimo anno? Che non sa cosa fa oggi e a me mi piace oggi! Quando finiamo e vediamo dove siamo, vediamo se è stato un successo. Oggi mi interessa l’allenamento e domani (oggi, ndr) il Catania. Io lo so che quello non è bello, né buono, ma è il mio pensiero. Mi fisso su quello che succede oggi. Non possiamo sapere quello che succede in un anno. Dopo, alla fine della stagione, quando vedremo dove è la squadra, che cosa ha fatto, capiremo se è stato un successo o una sconfitta o un disastro.
Sta studiando una soluzione per vedere una Roma meno altalenante? Meno? Avevo capito meno attaccanti (ride, ndr)! Non mettiamo il portiere, ok? Quello che io penso non è cambiare un giorno: un giorno mi va bene e un giorno mi va male e cambio... che cosa deve cambiare? L’unica cosa che devo cambiare è migliorare quello che non faccio bene e per quello cerco di vedere che cosa ho sbagliato, perché i miei giocatori non hanno giocato bene o se hanno sbagliato loro, dirgli quali sono le situazioni che noi stiamo facendo bene e migliorarla. Credo che iniziamo a sapere sempre - e parlo dei calciatori e pure di me - che cosa dobbiamo fare. Un’altra cosa è come la facciamo. Se la facciamo bene, se lo facciamo meglio dell’avversario, se l’avversario che abbiamo di fronte fa il suo lavoro, quello è un altro discorso. Ma io non cambio da una settimana all’altra perché ho perso 3-0 a Torino. Cerco di vedere che cosa abbiamo fatto di male per arrivare a quel risultato.
Ma perché questi risultati? Quando facciamo le cose come noi vogliamo, gli errori sono minori. Quando abbiamo una squadra che si difende in undici e sempre corta Quando abbiamo squadra lunga e attacca ed è strutturata come noi vogliamo. Quando la qualità dei giocatori che interpretano le situazioni di gioco ottimamente. Quando hai la voglia e la concentrazione. Quando alla fine si va a sommare, qualche volta si vince e qualche altra no.
Quali sono le condizioni di Osvaldo? Ieri si parlava di un nuovo possibile intervento per Burdisso. Burdisso un intervento? Ha già fatto il suo, no? Burdisso è ogni giorno in palestra e sta benissimo. Ho visto la sua gamba e sta meglio di un calciatore infortunato, ma sono contentissimo che sia qua a Trigoria perché è uno di quei calciatori che aiuta la squadra in qualsiasi momento. Diventa un calciatore importantissimo, anche se non è possibile che entri in campo adesso, ma è un rinforzo per noi. Non so da dove esca questa notizia. Osvaldo si è iniziato ad allenare con la squadra e non ha ancora tutto il lavoro ma è quasi pronto. Vedremo il suo livello quando si allena, perchè come sapete non mi piace rischiare con nessun calciatore. Ma quando il suo stato fisico sarà ottimo, sarà con la squadra. Ma gli manca ancora un pezzettino.
Per domani (oggi, ndr) non ci sono possibilità?No. Sicuramente no.
Da quando è alla Roma ha fatto esordire molti giovani, non ultimo Piscitella. È partito il Torneo di Viareggio, la Champions League della Primavera. Riuscirà a guardare in televisione le partite della Roma o addirittura a vederla in Toscana? No, in Toscana no. Ma vedrò tutte le partite, altrimenti Beccaccini mi registrerà le partite della Primavera senza problemi. Gli auguro un grandissimo rendimento perché vedo come lavora Alberto ogni giorno e i ragazzi devono capire che c’è qualche opportunità di andare nella prima aquadra con il suo lavoro e il suo impegno. L’altro giorno è stata la prima partita di Piscitella con noi e devono vedere che il suo lavoro, e solo quello, il suo impegno, la sua qualità farà sì che andrà in prima squadra.
Parlando di Catania ha detto che sarà una situazione stimolante. Ma, secondo lei, così non si snatura il campionato? Questa regola le piace? Secondo lei è opportuna un’eventuale pausa invernale? Per quanto riguarda la prima domanda, non è importante se mi piace o non mi piace. È la regola e la seguiamo. Si gioca 20-25 minuti più 4-5 minuti di recupero.
Non sarebbe stato meglio ripeterla dall’inizio? Per me sarebbe stato un piacere. Ma 25 minuti, 30, 5 o 10, io voglio vedere la mia squadra fare quello che è possibile per vincere la partita. Preferisco 90? Meglio 100! Perché penso che così la mia squadra abbia più possibilità. Ma mi sembra giusto fare quello che manca alla partita.
E sull’eventuale pausa? No, questa è un’ondata di freddo che non si vedeva da 30 anni. Quello che è importante, credo, è ottenere che il campo, l’erba, sia nel migliore stato possibile. Questo è importante. Non per me, ma per i calciatori, per la loro sicurezza e per lo spettacolo, perché alla fine noi siamo allenatori e cerchiamo di vincere. Questo è importante. Ma importante è anche che tutti vedano uno spettacolo, sennò forse alla fine possono andare vedere la pallacanestro o un altro sport. Quello è uno spettacolo e lo spettacolo deve essere in campo e per giocare a calcio, il campo deve essere nel migliore stato. Se il campo non lo è, c’è il rischio di non vedere uno spettacolo.
In termini di dati, Roma,Milan e Juventus sono alla pari. Significa che ci stiamo avvicinando a queste squadre, al di là della classifica? Per quanto riguarda i dati, i concetti di calcio, penso che possa essere così. Ma sono i risultati a parlare. Ecco perché dico: vediamo la squadra alla fine della stagione e se continua ad essere in alto della classifica. Io penso che i risultati arriveranno. Fino che non arriveranno e la squadra non avrà questa regolarità, non si può parlare. Non posso parlare. Ma sono fiducioso, vedo i dati, vedo come gioca la squadra, la sua identità. Credo che l’identità ormai ce l’abbia.
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