(Il Romanista - M.Izzi) - Il Centro di Trigoria venne inaugurato il 23 luglio 1979.
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Quella prima corsa al Bernardini interrotta dal cane
(Il Romanista – M.Izzi) – Il Centro di Trigoria venne inaugurato il 23 luglio 1979.
A dire il vero un’inaugurazione all’italiana, con taglio del nastro, discorsi (tra gli altri presero la parola Gaetano Anzalone e Dino Viola), brindisi...il Centro però, non era agibile. Costato due miliardi, era ancora circondato da un semplice fil di ferro e prima di vedere i calciatori giallorossi metterci piede sarebbero passati ancora dei mesi. Agostino Di Bartolomei, a cui oggi verrà intitolato il Campo 1 del Fulvio Bernardini ci mise piede per la prima volta il 9 gennaio 1980. Quel giorno Nils Liedholm capitanò il primo allenamento nella nuova casa “giallo-rossa”. Quattro ore di seduta ginnica nella mattinata, un vero disastro, con intere zone del campo completamente allagate. Pozze da pianura pontina del periodo antecedente alla bonifica. Liedholm decise che bisognava fare fagotto e la partita d’allenamento del pomeriggio si svolse al caro vecchio Tre Fontane. La prima immagine di “Ago” a Trigoria, intendo la “mia” prima immagine, è quella di un allenamento del 1981.
Almeno credo, quel che certo è che il capitano indossava la tuta beigecon “l’iride di Gratton” sul petto. La vecchia tuta della Playground. Una tuta che oggi pagherei qualsiasi cifra solo nell’illusione di riavere quei volti, quelle sensazioni, quel campione dagli occhi tristi. Inanellava giri di campo, Ago, instancabile, una lotta persa nel tentativo di acquistare quella chimerica velocità che ha inseguito per tutta la carriera. Quella corsa ossessiva, silenziosa, solitaria, venne interrotta dalla corsa di un pastore tedesco. Agostino lo vide, e iniziò a camminare verso di lui, fino a subirne il festoso saluto. Fino a prenderlo in braccio quel cane, a sollevarlo in aria. Non era triste il suo volto allora, ma illuminato da un sorriso fantastico, il sorriso di Agostino Di Bartolomei, il “tritolo di Tormarancio”.[...]
All’ingresso delle squadre in campo, il fenomeno di turno, iniziò a insultare Agostino, sotto gli occhi basiti dei suoi genitori, incapaci, per educazione e riservatezza, di replicare. Il pastore tedesco, però, capì tutto e come raccontato tanti anni più tardi Maria Luisa: «iniziò a ringhiare contro quel maleducato, che si spaventò parecchio». Ecco, Agostino che gioca con il suo cane a Trigoria, questo mi viene in mente oggi, così mi piace ricordarlo, fuori dai monumenti, dalle fanfare e dalle medaglie ricordo. Eppure questa dedica fatta dalla Roma mi sembra un’iniziativa di una bellezza senza confine. Da tifoso della Roma mi sento di ringraziare chi lo ha pensato e chi ha permesso che la cosa venisse realizzata. E’ giusto che Trigoria sia benedetta dal balsamo di questi nomi: Fulvio Bernardini, Agostino Di Barolomei. Anche Fuffo, a suo tempo, stravedeva per Ago e lo sbandierava, quando erano in molti, invece, a storcere la bocca. Il 29 dicembre 1981, sulle pagine del Messaggero, Fuffo scirveva: «Il capitano Agostino Di Bartolomei è un po’ indecifrabile ma personalmente lo ammiro assai e per questo particolare sono in polemica con molti miei amici. Sarà il capitano del secondo scudetto? (…)». Non è vero che il calcio sia semplice, diventa semplice solo dopo… dopo tutti si sono accorti chi fosse Agostino. [...]
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