(Il Romanista - R.Molinari) Roma-Inter, quante battaglie e quante arrabbiature per i tifosi.
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Quel coro del Coca Cola contro l’Inter
(Il Romanista – R.Molinari) Roma-Inter, quante battaglie e quante arrabbiature per i tifosi.
I nerazzurri sono una di quelle squadre che al romano non piacciono proprio. Sul terreno di gioco ci sono stati "scontri" memorabili e nell’ultimo decennio ci siamo trovati a raccontare la stessa storia che raccontammo negli Anni 80 quando la Roma fu “disturbata” dalla Juventus nel modo che sanno tutti. Il più clamoroso incontro tra Roma e Inter, tra noi e loro, risale all’anno 1972, precisamente il 12 dicembre.
Quella partita fu ricordata come quella della maledizione, perché dopo il triplice fischio finale la Roma ne perse ancora cinque di fila. Il campo fu squalificato per due turni e indovinate per cosa? Per invasione di campo.
Ad arbitrare c’era Michelotti. All’epoca chi vi scrive aveva undici anni e di lì a poco avrebbe "camminato da solo". A quella partita ebbi l’onore di essere accompagnato da papà in persona. Lui, grande tifoso della Roma, mi “battezzò” a soli tre anni nella curva della Roma, quella giallorossa, quella che ancora non era stata assegnata ai tifosi giallorossi ma di lì a poco i “lupachiotti” se la sarebbero presa relegando i “figliocci” del Generale Vaccaro in quella Nord. Quella domenica, non ci si stancherà mai di ripeterlo, una di quelle domeniche dove si giocava tutti alle 15, alle 16 di estate e alle 14.30 d’inverno, Michelotti diede un calcio di rigore puramente inventato alla squadra dei Longobardi, una volta li chiamavamo così, dandole la vittoria.
I tifosi, visto l’ennesimo sopruso invasero l’Olimpico facendo arrabbiare anche papà, il "prode condottiero" (...). Tutti i tifosi ritornarono dopo parecchi minuti in curva urlando a squarciagola l’insofferenza che avevano, che avevo dentro.
Di Roma-Inter se ne sono giocate tante, il più delle volte con uno strascico polemico, anzi nella quasi totalità. Ci furono anche partite vinte e “intonate” alla perfezione in quel dell’Olimpico ma anche domeniche tristi che “cancellarono” non poco tempo fa il glorioso e pur sempre vivo CUCS. E proprio di quel gruppo ricordiamo un condottiero che ora le partite se le vede dalla “curva paradiso”. Lui certo si ricorda quel Roma-Inter, finale di Coppa UEFA, ritorno all’Olimpico dove tutti si superarono, andando dietro ai canti del gruppo. “Coca Cola”, al secolo Roberto Venturelli, passò su tutti i video quale emblema del canto più “strillato” che noi, voi, ci ricordiamo. Sì il Coca, il sottoscritto, e Vittorio, e tanti altri di curva quella sera ci superammo. Dovevamo dare alla nostra squadra l’apporto totale, più di quanto avessimo dato in altre partite. Era una finale e, viste le maledizioni delle stesse giocate a Roma, ci sembrava il modo giusto di “distruggerla”. I “Capi megafono” si alternarono in continuazione, la fila sotto era pieni di “strilloni” che incitavano una volta a cantar più forte, l’altra ad “alzare le mani”. Tutto fu fatto per “vincere” quella maledetta partita. Come confermato in numerose testimonianze video, ci fu un coro all’unisono che secondo molti è stato quello che ha avuto più decibel nella storia del tifo. Purtroppo le nostre ugole non riuscirono ad evitare un’altra sconfitta in finale, ma i tifosi della Roma fecero comunque vedere, di che pasta erano fatti.
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