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“Orgoglioso della mia squadra. Tifosi, stateci vicino”

(Il Romanista – C.Zucchelli) La conferenza di Luis Enrique.

Redazione

(Il Romanista - C.Zucchelli) La conferenza di Luis Enrique.

Dopo Lecce Franco Baldini ha parlato di giocatori sopravvalutati caratterialmente... Non ho sentito le dichiarazioni di nessuno. Come faccio di solito. Quando devo parlare con Franco, con Walter, con chiunque lo faccio in privato. Non sento le dichiarazioni.

Ritiene allora che alcuni suoi giocatori caratterialmente siano stati sopravvalutati? Voi volete una lotta e io non voglio lottare. Volete un confronto tra la Roma, i dirigenti della Roma e il suo allenatore e io non voglio lottare. Io vado a lavorare… La-vo-rare (lo scandisce così, ndr) ed è quello che farò fino alla fine del campionato, lo farò con i ragazzi, mi prenderò la responsabilità ogni giorno. Il mio lavoro è quello di migliorare la squadra, che sia pronta per giocare l’importante partita di domani. Il resto sono cose che capisco che possano interessare a voi ma non a me.

Il piazzamento Champions è lontanissimo: lei si vergogna della Roma? No assolutamente. Mai. Anzi al contrario, sono orgoglioso dei miei calciatori, ORGOGLIOSO, scrivetelo in maiuscolo. Di come si comportano e di come si allenano ogni giorno. Capisco, perché l’ho vista sulle loro facce, la disillusione dopo le sconfitte e ne abbiamo subite tante, tante brutte sconfitte, ma abbiamo fatto anche qualche partita buona. Sono orgoglioso di questi ragazzi, non sono colpevoli di niente. Devono e dobbiamo migliorare tantissimo: non solo per arrivare al livello dei nostri tifosi, che è al di sopra del nostro livello e del nostro atteggiamento, questo lo sappiamo; sappiamo dove giochiamo e quali sono i colori che difendiamo, ma il lavoro continua a essere chiaro, per migliorare e non dobbiamo pensare a delle cose che non fanno bene alla squadra. Sulla Champions il discorso è facilissimo: questa settimana non siamo vicini, tre giorni fa lo eravamo, ma quello che è certo è che siamo al sesto-settimo posto da tutta la stagione. Certo è che ho ancora l’illusione, la voglia di arrivare più alto, al terzo posto. Ma al giorno d’oggi la classifica dice che siamo sesti e lo siamo da tanto tempo. E se riusciamo a fare quello che non abbiamo fatto in questo campionato, ovvero fare sette partite ad un livello superiore, possiamo farcela. Ho ancora l’illusione di arrivare terzo. E i miei ragazzi, per quello che ho visto e per le cose che ci siamo detti nello spogliatoio, pensano lo stesso.

A Lecce non ha fatto cambi e sembrava estraniato dalla partita: a cosa pensava?Pensavo alla partita. Ora è normale vedere gli allenatori in piedi, ma cinque anni fa erano tutti seduti. Non cambia molto o nulla nella partita se sei in piedi o no. La partita di Lecce per noi era importante: ma ogni volta che siamo andati vicini a metterci realmente in lotta per il quarto o il terzo posto abbiamo fatto una figuraccia, tutti, io per primo. Per quello diventa difficile capire. E invece tutte le volte che siamo stati in grandissima difficoltà la squadra ha fatto di nuovo una bella figura. Anche per noi è difficile da comprendere. Ma capiamo tutti i tifosi che si arrabbiano per la situazione, ma non ho visto mai i giocatori senza grinta o voglia di lottare.

Crede che i giocatori abbiano ancora la voglia che avevano all’inizio? Che la seguano?Sì. Il giorno che vedrò la squadra che non mi segue più non sarò qui. E dico un’altra cosa: l’anno scorso la Roma è arrivata sesta, posizione in cui ci troviamo noi adesso, mancano sette partite. Ma questa è una squadra che, sono sicuro, nel futuro potrà fare qualcosa e diventare qualcosa. Qui ci sono ragazzi giovani, di 20 anni, cosa volete? Io ricordo calciatori bravissimi che a quell’età erano riserve e che adesso sono i più grandi calciatori del mondo. Per me il discorso è chiarissimo: tutti i ragazzi della squadra, e parlo pure dei giovani, per me stanno facendo un lavoro importantissimo e stanno avendo una crescita incredibile. E questo sarà sicuramente, con qualsiasi allenatore, un potenziale incredibile per la Roma, da qui a tre anni. Con qualsiasi allenatore, sicuro. Ma non massacriamoli, se volete massacrare me non c’è nessun problema. Il colpevole di tutto questo sono io (lo ripete un paio di volte, ndr), che sono l’allenatore. La responsabilità me la prendo io e lasciamo in pace ragazzi di 20- 21-23 anni. E lasciamo in pace i calciatori più esperti. Tutti quelli che stanno formando questa rosa, ve lo dico io che li ho visti dal primo giorno, stanno migliorando tantissimo, come si comportano, come si allenano. Per favore smettetela di raccontare queste bugie sul fatto che litigano nello spogliatoio. E’ tutto una bugia, smettetela di dire queste “tonteria”, queste sciocchezze. Lasciateli lavorare in pace. I tifosi devono essere tranquilli. Arrabbiati quando giochiamo male e purtroppo lo facciamo un giorno sì e un giorno no, non siamo regolari, ma questi ragazzi si comportano come persone, come professionisti, si comportano in modo ottimo, lo vedo ogni giorno e questo lo dico a testa alta. E’ questo quello che succede. Non si deve distruggere niente, ma migliorare la nostra prestazione, io per primo, e dopo i ragazzi. Ma i loro lo stanno facendo o stanno cercando di farlo.

La squadra ha appreso ancora poco di quello che lei vuole? Vincerà o no, la Roma fa la sua proposta sempre. E’ un obiettivo povero se non si vince, ma l’identità c’è. Manca qualcosa di tattica, manca qualcosa di personalità, prendetevela con me. Per far migliorare questa squadra dobbiamo lavorare in tranquillità: a tutti piacerebbe essere già una grande squadra ma è impossibile.

Un allenatore può migliorare la motivazione di una squadra? Come no, assolutamente sì.

Ha ammesso di essere il solo colpevole: questo senso di colpa la può far dimettere? Non mi interessano queste cazzate, la cosa importante e che mi interessa è la partita di mercoledì. Ho detto che nel calcio non si sa mai, per far sì che ir agazzi mostrino il meglio devono avere un clima favorevole, quando è arrivato il momento difficile, hanno fatto i compiti, si sono dimostrati uomini. Non dipende dal fatto di essere uomini, è un discorso che ancora non siamo pronti. Penso sempre che la mia squadra debba migliorare, sono una persona molto esigente, pure se vinco 10 partite di seguito c’è da migliorare. Non mi dimetto, solo quando vedrò la squadra che non mi segue o la società penserà che non sono la persona giusta me ne andrò.

Si può parlare di gruppo psicologicamente fragile? No, è difficile de spiegare. La squadra ha fatto un bel lavoro, mi aspetto una partita difficilissima ma sono convinto che metteremo in grandissima difficoltà l’Udinese. E per questo serve il nostro tifo.

Quanto ha pesato a Riscone non avere i centrali titolari a disposizione? Non parlo mai di queste cose. La mia rosa è questa, devo migliorare il rendimento della mia squadra con quelli che possono giocare.

Come si esce da questa situazione? Per me sarebbe molto facile dire prenditi gli allenatori europei che hanno vinto e dimmi quando hanno vinto al primo anno. Sai quanto è servito a Cruijff per vincere? Ferguson dopo quanto ha vinto? Altri giornalisti intervengono: Allegri e Mourinho hanno vinto al primo anno. Luis Enrique replica: È chiaro, ci sono allenatori e allenatori.

Lei ha detto di essere orgoglioso della squadra: pensa che lo siano anche i tifosi? Mercoledì i giocatori devono entrare in campo, con la maglietta della Roma e fare il 100%, ma se il clima sarà difficile, anche per noi sarà molto difficile. Voglio un altro clima, che forse non meritiamo, per queste ultime 7 partite. Io sono orgoglio sì dei ragazzi, ma anche delusissimo per i risultati.

Lei ha detto che a Lecce dopo il primo gol di Muriel c’era poco da fare: può spiegare il perché? Per come era diventata la partita, dopo il gol di Muriel, per com’è andata la partita, si vedva chiaramente che la squadra non era pronta, si vedeva chiaramente che la squadra non aveva l’atteggiamento giusto. Che eravamo inferiori al Lecce, ad una squadra con grandi qualità individuali individuali ma che finora in campionato era terz’ultima.

Lei ha parlato di clima: ma non le sembra che fino a questo momento si sia respirato un clima sereno? No no, è incredibile il clima. E’ stato un clima ottimo e perfetto. Quello che dico ai tifosi è che noi abbiamo bisogno del rapporto che abbiamo avuto in questa stagione. Il tifo merita un 10 per come si è comportato e che noi non siamo all’altezza dei nostri tifosi lo sappiamo ma cercheremo di farlo e di essere il più pronti possibili ad arrivare a quell’altezza. Non ho quasi mai visto un tifo di questa fedeltà.

A Lecce hanno giocato 9 nuovi acquisti. Può essere stato un problema? No, no, no. Io non penso a chi gioca insieme da uno o due anni, chi ha giocato di più o di meno. Io faccio la formazione pensando a quelli che sono i più pronti e i migliori per la partita sapendo che ci sono sempre dei problemi nel fare una formazione. Non penso mai al fatto se sono arrivati un anno fa o se hanno fatto dieci derby di seguito.

Che Udinese si aspetta? L’Udinese è una squadra che sta facendo un campionato, da tempo, ad un livello altissimo. Con un allenatore di livello top. Mi aspetto una partita difficilissima. Sappiamo come giocano: fanno molto meglio il possesso di palla dall’inizio del campionato ed hanno questa ripartenza, questa verticalizzazione di livello top. Ci sono davanti in classifica ma noi siamo lì e pensiamo di potercela fare.