rassegna stampa roma

Poesia e amore

(Il Romanista – C.Fotia) – Non c’è quasi un anno della nostra vita

Redazione

(Il Romanista - C.Fotia) - Non c’è quasi un anno della nostra vita

che non sia segnato dalla voce di Lucio Dalla, il poeta dei nostri giorni, il cantore dei nostri sogni. Dolori, amori, passioni, vittorie e sconfitte, ognuno di questi passaggi della vita può essere racchiuso in uno dei suoi indimenticabili brani, da "Quando ero soldato" a "Caruso", da "4 marzo 1943" a "L’Anno che verrà", da "Disperato erotico stomp" all’album "Futura", immaginifico e lirico quant’altri mai, scritto in collaborazione con il grandissimo poeta Roberto Roversi.

Le canzoni di Lucio Dalla (e faccio fatica a definirle semplicemente canzoni) sono un impasto straordinario di musica, poesia e vita: la musica per sognare, le parole per raccontare, la vita come nutrimento della sua ispirazione. Non solo quando irrompeva autobiograficamente, come in "4 marzo 1943", tramutandosi in una grande lezione di accoglienza e amore per il diverso da noi: «Dice che era un bell’uomo/e veniva, veniva dal mare/parlava un’altra lingua/però sapeva amare», potrebbero cantarlo i rejetti dei barconi respinti nel nostro mare; e in una testimonianza di fede così radicale da essere stata scomunicata dalle istituzioni religiose, come tutti i veri atti di fede, e censurata dalla radiotelevisione pubblica per quei versi meravigliosi: «E anche adesso mentre bestemmio e bevo vino/per i ladri e le puttane/sono Gesù Bambino». Io so che se Gesù rinascesse oggi, non vorrebbe essere in nessun altro luogo che non fosse uno di quei barconi carichi degli ultimi della terra, o tra quei ladri e quelle puttane.

Lucio Dalla era la vita trasformata in poesia. Era la vita piena di passioni, emozioni, pensieri che si fanno carne nella vita. Per questo nella sua vita il calcio occupava un posto importantissimo: lo praticava (come Pier Paolo Pasolini), era un tifoso del Bologna senza se e senza ma (un ultras potrebbero definirlo i signorini benpensanti del politicamente corretto), cui aveva anche dedicato un inno e che oggi lo ricorda commosso. Il calcio è soprattutto questo: una grande e pulita passione popolare, il luogo di una connessione sentimentale[...]