rassegna stampa roma

Pallotta: “Questa Roma, un gruppo unito”

(Il Romanista – V.Vercillo) Un brindisi per siglare il futuro. Quando James Pallotta ha passato la penna a Francesco Totti, ieri nella sala stampa di Trigoria, aveva un sorriso che mostrava non speranza, ma sicurezza.

Redazione

(Il Romanista - V.Vercillo) Un brindisi per siglare il futuro. Quando James Pallotta ha passato la penna a Francesco Totti, ieri nella sala stampa di Trigoria, aveva un sorriso che mostrava non speranza, ma sicurezza.

La soddisfazione di aver portato a termine uno dei passi più importanti della sua carica da presidente giallorosso.«Roma e Francesco forever» il proclama. Poi la firma, il calice in mano, e il brindisi con tanto di abbraccio alla bandiera della Roma, ora e per sempre. «Non c’è molto da aggiungere su quello che è stato detto su Francesco nel corso degli anni. Sono onorato che Francesco resti con noi. Brindo alla Roma per un futuro radioso» le prime parole di Pallotta a introdurre la conferenza congiunta con Totti.

E ancora: «Tengo a precisare che abbiamo sempre messo in chiaro il fatto che Francesco sarebbe rimasto qui. Il rinnovo è sempre stato fuori discussione. I tempi che voi ritenete lunghi dipendono dal fatto che in questo periodo non abbiamo lavorato solo sul suo rinnovo. Non avevamo dubbi sul fatto che avremmo avuto un contratto pronto a settembre, all’inizio della stagione. Abbiamo lavorato su tutta la squadra e Francesco concorderà con quello che sto per dire.

Abbiamo lavorato anche alla campagna acquisti, abbiamo preso un nuovo allenatore. Siamo stati impegnati su più fronti, non abbiamo voluto tirarla per le lunghe per motivi particolari. Dal primo giorno ci siamo accorti che era un leader e continuerà ad esserlo. E’ vero, qualche volta abbiamo fatto qualche battuta in proposito, ma resterà qui per sempre». Ma non solo Totti e il suo rinnovo al centro dei pensieri di James Pallotta.

E quanto alle garazie per i tifosi sul futuro della squadra, il numero uno giallorosso assicura: «Sono sicuramente soddisfatto di quanto abbiamo raggiunto negli ultimi 3-4 mesi, ci rendiamo conto che siamo in un processo in fieri ma stiamo procedendo spediti. La speranza è che la nostra presenza alla Roma possa dare risultati positivi». E aggiunge: «Avevo detto che avevamo un programma quinquennale ma avevo anche aggiunto che sarei rimasto molto deluso se non fossimo stati competitivi prima di allora.

Se consideriamo il periodo che va dallo scorso maggio, direi che ci sono stati cambiamenti positivi. In primo luogo quando ho incontrato Garcia a New York la prima volta. Gli chiesi del rapporto che intendeva avere con la squadra, mi ha risposto di amare la propria squadra e i propri calciatori. Abbiamo notato anche un cambiamento significativo durante la tournée americana, si notava un rapporto particolare tra i giocatori, un’unità d’intenti. Lo stesso Francesco sembrava un ragazzino».

Due momenti significativi di questa stagione? «Il gol di De Rossi e l’esultanza, che sembrava che avessimo vinto la Champions League, è stata la dimostrazione della compattezza del gruppo. E poi l’ultima partita, quando a risultato acquisito un nostro giocatore ha subito un duro fallo e tutta la squadra ha trasmesso questo un messaggio: se si fa qualcosa di scorretto a un giocatore della Roma lo si fa a tutta la squadra. Adesso inizio a intravedere ciò che si sta costruendo e quello che si costruirà da qui in avanti».