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«Non mi arrendo mai e voglio vincere lo scudetto»

(Il Romanista) – «Vi presento Ivan Piris».

Redazione

(Il Romanista)- «Vi presento Ivan Piris». Esordisce così Walter Sabatini introducendo la conferenza stampa di presentazione del nuovo esterno difensivo giallorosso. Il ds ha spiegato: «L’abbiamo acquisito dal San Paolo affinchè possa fare il terzino destro da noi, è complesso, è un marcatore molto abile nell’uno contro uno di difesa. Nonostante sia arrivato un po’ in punta di piedi, ha una grande storia di calciatore, ha giocato tante partite in Coppa Libertadores, ha giocato partite in Nazionale, la Nazionale paraguaiana, mi sembra abbia fatto anche una finale di Coppa Sudamericana nel 2011 contro l’Uruguay, persa peraltro, però una finale, una finale importantissima, equivalente al nostro Campionato europeo. Siamo contenti di averlo preso, è un bravo ragazzo, che è venuto per far bene, per imporsi nel nostro calcio, con una soluzione di prestito con opzione di riacquisto. Speriamo di poter esercitare questa opzione. Grazie». Poi le domande al giocatore paraguaiano che riportiamo qui integralmente.

Tu vieni dal San Paolo. Com’è cominciata l’operazione che ti ha portato a Roma?

Ho ricevuto una buona proposta dalla Roma, esisteva una precedente proposta, che avevamo quasi concretizzato, da parte di una squadra europea. Avevamo quasi chiuso, ma l’offerta della Roma era decisamente migliore e abbiamo optato per questa soluzione. Sono arrivato qui con molta voglia di fare bene. Immagino che qualche giocatore della Roma già lo conoscevi prima di venire qui.

Chi ti ha colpito di più finora?

Tutti sappiamo che Francesco Totti è una bandiera della Roma, è un grande giocatore, è uno dei migliori calciatori italiani e uno dei migliori che ho visto in azione nella mia breve carriera professionale. Poi in prospettiva un calciatore come Lamela, o un altro giocatore affermato come Nicolas Burdisso, giocatori dei quali ho sempre sentito parlare molto in quanto sudamericani, è un onore poter condividere il campo e lo spogliatoio con loro.

Si sa qualcosa di te, abbiamo visto anche dei video su internet, tra i quali quello simpatico del fallo su Neymar. Ma ti volevo chiedere di descriverti, che tipo di giocatore sei, Sabatini prima ci ha dato delle indicazioni, però che cosa ti senti di poter dire tu sotto questo punto di vita?

Le mie caratteristiche principali sono quelle di essere un buon marcatore, rapido, che cerca di combinare l’esperienza acquisita con la velocità che mi ha sempre caratterizzato. Cerco sempre di lavorare al massimo, di migliorarmi. Senz’altro l’anno trascorso in Brasile mi ha insegnato a giocare più in attacco rispetto a quanto facessi in Paraguay.

La Roma sta cercando di diffondere il marchio a livello mondiale. In Paraguay che tipo di richiamo c’è del brand Roma? Si vedevano le partite?

Sì, la Roma è una squadra molto conosciuta in tutto il mondo, anche in Paraguay, è una grande squadra italiana, una delle migliori del continente, una squadra che ha vinto campionati, che ha vinto titoli importanti e sono sicuro che attraverso questa campagna acquisti importante, già era una buona squadra e potrà esserlo sempre di più. Volevo sapere se fuori dal calcio sei uno che si interessa di media e computer.

Nel 2009 sei stato giudicato uno dei giocatori più promettenti. Sei uno che vede queste cose con il computer, che cerca e legge queste cose?

A tutti oggi piacciono internet e i social network, di conseguenza anche a me. Ma ho un figlio di 11 mesi e mi piace trascorrere il tempo libero con lui e mia moglie.

Cesare Maldini mi raccontò che i giocatori paraguaiani sono particolarmente adatti al calcio italiano, di più ad esempio dei brasiliani, perchè sono molto tenaci e pensano poco allo spettacolo e molto alla concretezza. Tu ti riconosci in questo tipo di ritratto?

 Sì, il calcio paraguaiano in effetti si caratterizza per la dedizione e la grinta, grazie alla quale magari possiamo sopperire a una mancanza di tecnica. Siamo giocatori che sudano sempre la maglia, non danno mai una partita per persa, non si arrendono mai, lottano su ogni pallone. Se a questo aggiungiamo l’esperienza, come nel mio caso, di un anno in Brasile, sono sicuro di arrivare a essere un giocatore più completo e spero che tutto vada per il meglio.

Abbiamo visto che hai fatto un po’ di fatica in questi giorni nelle lunghe sessioni di corsa. Ti aspettavi un allenamento così duro con Zeman? L’hai mai fatto in vita tua?

All’inizio sì, credo che il primo e il secondo giorno ho fatto un po’ di fatica. Ma adesso sto sempre meglio, sto affrontando bene la parte fisica, questo è il mio terzo anno da professionista ed è già il secondo anno che faccio un tipo di ritiro e di preparazione del genere. Comunque sto migliorando, sto cercando di superarmi giorno per giorno, perchè è quello che poi mi servirà durante la stagione

. A che punto è in percentuale il tuo stato fisico? Tra due settimane pensi già di mettere in imbarazzo Zeman nel ballottaggio tra te e Taddei?

Sì, credo di sì. In realtà lottiamo e ci contendiamo la maglia ogni giorno, sono sicuro che l’allenatore nota ogni cosa e trae le conclusioni, che poi gli serviranno per fare le sue scelte. Come dicevo sto migliorando giorno per giorno e da qui a due settimane sono sicuro di poter volare in campo. Sono qui per cogliere questa occasione. Sono pronto e spero di giocare la prima partita se il mister lo riterrà giusto.

Sei d’accordo sul fatto che la Roma abbia bisogno di rinforzi in difesa? Quali sono i tuoi obiettivi? Cosa ti aspetti da questa avventura romana?

Il discorso su eventuali altri acquisti, sono scelte che spettano alla società e alla dirigenza. Io sono arrivato qui per vincere, possibilmente per vincere il campionato, e anche per fare la storia come calciatore paraguaiano. Tutti mi stanno aiutando, sono felice di essere qui e secondo me abbiamo concrete possibilità di poter vincere il campionato perchè abbiamo una grande squadra e grandi giocatori. Zeman chiede a tutti i giocatori di spingere molto, soprattutto ai terzini.

Ma nell’ultima amichevole sembravi un po’ bloccato. Zeman ti ha detto di spingere di più, ne avete parlato, come ti trovi nel dover spingere di più invece che difendere?

No, non ho ancora avuto modo di parlare bene con il mister, ma sono sicuro che mi osserverà nella prossima partita per trarre le sue conclusioni. Per quanto riguarda la spinta sulle fasce dipende anche dal calciatore che gioca dall’altra parte, in quella partita c’era Balzaretti che spingeva molto e quindi toccava a me equilibrare un po’ di più la squadra. Di solito funziona così, se uno va l’altro resta e viceversa. La squadra ha bisogno di equilibrio.

Prima parlavi di Balzaretti, ieri ci ha detto che è in camera con te. Quanto ti sta aiutando con i tuoi compagni? C’è un giocatore a cui ti ispiri?

Sì, sto in camera con Fede, scherziamo, parliamo, poi lui parla anche un po’ di spagnolo perchè a Palermo aveva un altro compagno di squadra paraguaiano, e mi aiuta a tradurre alcune cose, ci capiamo abbastanza bene. Per quanto riguarda i miei modelli, mi sono sempre ispirato a un calciatore paraguaiano, Francisco Arce, che ha giocato per tanti anni in Nazionale e di recente ha fatto anche l’allenatore, anche se non ha avuto molta fortuna. Un altro calciatore le cui orme mi piacerebbe ripercorrere è senz’altro Javier Zanetti, che gioca in Italia da molti anni e che è un esempio sotto ogni punto di vista. Tu sei stato inserito tra i migliori giocatori paraguaiani.

Al San Paolo hai giocato bene la prima parte, poi un po’ meno. Che problemi hai avuto?

Sì, effettivamente al San Paolo ho vissuto due tappe, la prima molto buona, la seconda un po’ meno. Dopo la sosta a dire il vero avevo iniziato di nuovo bene, ho giocato una decina di partite, poi ho avuto un infortunio che mi ha tenuto fuori un mese e poi ho fatto fatica a recuperare fisicamente. A quel punto ho perso spazio, ma queste sono cose che capitano nel mondo del calcio. Adesso per me inizia una nuova avventura in un nuovo campionato, con nuovi compagni e sono sicuro che tutto andrà bene.