rassegna stampa roma

Mezzaroma: «Innamorati del progetto Roma

(Il Romanista – M.Macedonio) «Vengo da una riunione con le autorità locali e la decisione presa è quella di confermare l’orario delle 20,45, senza alcun anticipo, né alle 18 né, tantomeno, alle 15».

Redazione

(Il Romanista - M.Macedonio) «Vengo da una riunione con le autorità locali e la decisione presa è quella di confermare l’orario delle 20,45, senza alcun anticipo, né alle 18 né, tantomeno, alle 15».

Parte con un’informazione di servizio la nostra chiacchierata con Massimo Mezzaroma, presidente del Siena, a due giorni dalla sfida con la squadra giallorossa. «Monitoriamo costantemente la situazione – continua il patron della società bianconera – e, al momento, a Siena non c’è neve (...). Abbiamo fatto un gran lavoro con i giardinieri, e le condizioni del campo, posso confermarlo, sono più che buone».

Un Siena reduce da un bel pareggio a Torino e da una vittoria altrettanto importante contro la squadra di Mazzarri. Abbiamo già realizzato un’impresa storica vincendo questa semifinale di andata di Coppa Italia. E ci candidiamo, se possibile, a fare qualcosa di ancora più straordinario e di “eterno”… Sannino ha operato un discreto turnover contro il Napoli. A conferma di quanto guardi con attenzione alla gara di lunedì sera. Il nostro obiettivo è la salvezza, fondamentale per la sopravvivenza del Siena. La partita con la Roma è pertanto importantissima: cercheremo di giocarla con i migliori effettivi, provando a strappare punti ad una delle squadre più in forma e che – non lo dico da ora – esprime realmente qualcosa di nuovo nel nostro mondo del calcio.

Già in altre occasioni lei ha speso belle parole in favore del progetto su cui la Roma sta investendo. E’ così. E mi accodo al mio mister, che è letteralmente innamorato dell’idea di gioco di Luis Enrique. Che gara si aspetta a distanza di quasi cinque mesi da quella sfida, in cui otteneste comunque un buon pari per 1-1? Quella di lunedì sarà certamente una partita diversa da quella che giocammo all’Olimpico, quando la Roma era all’inizio di questo suo percorso e i giocatori dovevano ancora assimilare gli schemi del proprio tecnico. (...).La Roma ha una rosa importante e può quindi sopperire in maniera, non dico agevole, ma possibile, avendo in panchina le migliori frecce al suo arco per sostituire chi mancherà.

Tra questi, Daniele De Rossi, che ha appena rinnovato il contratto ma dovrà scontare il suo turno di squalifica. La sua è sicuramente un’assenza importante, ma – ripeto – la Roma ha validi ricambi e, per noi, sarà una partita molto difficile. Ce la giocheremo, sapendo di avere di fronte una squadra propositiva e che “gioca a calcio”, cercando di mettere a frutto le nostre caratteristiche, che sono quelle di essere ordinati, rigorosi nel modulo e abili nello sfruttare le ripartenze. I ragazzi dovranno dimostrare di avere anche loro assimilato il modulo di Sannino. Speriamo di avere una buona percentuale realizzativa, perché per noi è importante segnare e, soprattutto, muovere la classifica. Quando è partito, il progetto-Roma, con l’arrivo della nuova proprietà americana, lei stesso parlò un’occasione persa, per una certa imprenditoria romana, che non aveva forse avuto abbastanza coraggio, o le risorse necessarie per rilevare la società giallorossa. Oggi è ancora di quella opinione? E, anche alla luce dell’abbandono da parte di Toti nel basket, si sta a sua volta interrogando su quale sarà la sua posizione futura nella pallavolo? Dovremo vedere. C’è una crisi, epocale, che attanaglia oggi il nostro Paese. E, quindi, primo dovere degli imprenditori è difendere i posti di lavoro. L’entusiasmo con cui ho approcciato il mondo dello sport non è certamente diminuito in questi anni. E’ però vero che, quando abbandonano il campo imprenditori come Benetton o come lo stesso Toti, c’è da chiedersi con ancora maggiore attenzione se vi sono le condizioni per continuare a fare sport a Roma. Di certo, ci sono decisioni che attendo e dalle quali potranno dipendere anche le mie scelte future. La candidatura olimpica, ad esempio, rappresenta un passaggio nodale per una crescita – non di Roma, come ho detto più volte a quanti ritengono, e ciò mi amareggia, che questa sia la candidatura della Capitale – ma dell’intero Paese. Nel 1960 io non c’ero, ma so bene che quell’Olimpiade fu per l’Italia l’occasione per dimostrare che ci eravamo gettati alle spalle un periodo brutto, che aveva però riacceso negli italiani la voglia di far vedere al mondo quanto fossimo capaci di mettere in piedi un evento così importante. Non vedo oggi, purtroppo, lo stesso spirito e ciò è strano. Perché la nostra storia la conosciamo tutti. Ed è in occasioni come queste che abbiamo sempre dimostrato di essere nettamente i migliori al mondo nell’organizzare manifestazioni sportive e nell’accogliere le persone degnamente. Quanto a me, attendo anche la riforma dei campionati di pallavolo, che è ormai alle porte. Senza contare le tante altre questioni: dall’impiantistica sportiva alla volontà delle amministrazioni nell’impegnarsi a supportare l’ultimo sport di squadra, a parte il calcio, rimasto a Roma. Tante domande, che dovranno trovare risposte, in base alle quali deciderò se restare o meno nella pallavolo. Lei ha parlato di impiantistica. Come non pensare ai tanti stadi che, oggi, nel calcio, non consentono una fruizione dello spettacolo all’altezza dei tempi e, soprattutto, di quella di altri paesi europei. Tante partite rinviate. E’ solo questione di emergenza climatica? Un aspetto è certamente legato alla possibile revisione del calendario, con una diversa pianificazione delle soste estive ed invernali. Ma il vero grande problema – come dicevo – è quello relativo all’impiantistica sportiva. Non è pensabile che nel Nord Europa si giochi e da noi no. Del resto, chi, oggi, pagherebbe un biglietto per andare in un cinema del 1960, sapendo che esistono multisale confortevoli e con tutti i servizi? Mi sembra una considerazione banale, ma che nel mondo del calcio appare invece straordinaria e che necessita addirittura di dibattiti e di querelle giornalistiche. Tornando a lunedì, mi conferma che, dopo il rinvio di Siena-Catania, due settimane fa, si giocherà regolarmente alle 20,45? Come dicevo, non c’è neve, ma solo freddo. E credo che, per quanto sono pagati, i giocatori possano certamente scendere in campo, come tanti altri loro compagni professionisti, anche con una temperatura non lontana dallo zero. La partita con il Catania fu rinviata per motivi di ordine pubblico, non essendovi le condizioni di regolare accesso agli spalti. Ma il problema è stato prontamente risolto dal Comune. E, come con il Napoli, non ci sono impedimenti di sorta