(Il Romanista - C.Zucchelli) Bastava vederlo lunedì sera subito dopo il rigore di Osvaldo. Prima festeggiava, poi incitava i compagni a non fermarsi, a non difendere l’1-0 e ad andare in avanti alla ricerca di, almeno, un altro gol.
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Marquinhos ora è tutto romanista
(Il Romanista – C.Zucchelli) Bastava vederlo lunedì sera subito dopo il rigore di Osvaldo. Prima festeggiava, poi incitava i compagni a non fermarsi, a non difendere l’1-0 e ad andare in avanti alla ricerca di, almeno, un altro gol.
Bastava vederlo comandare la difesa, lui che era il più giovane in campo. Bastava vederlo in scivolata su Bianchi, bastava vederlo chiamare il fuorigioco, bastava vederlo spiegare a Piris i movimenti da fare. Bastava vederlo, mentre usciva dal campo, dare il "5" a tutti, con un sorriso grande così e la consapevolezza di un’altra ottima prestazione. Piccoli grandi flash di una notte che per Marcos Aoás Correa, per tutti Marquinhos, sarà da ricordare. Con la presenza contro i granata, nona complessiva e ottava da almeno 45 minuti, il brasiliano diventerà a tutti gli effetti un giocatore della Roma. Per riscattarlo, come da comunicato, serviranno 3 milioni oltre all’uno e mezzo già versato al momento del prestito.
Da Trigoria partirà il bonifico per il Corinthians con estrema soddisfazione di tutti: dal giocatore, felicissimo, alla sua famiglia, passando, ovviamente, per la società e l’allenatore. Marquinhos ha stregato tutti tanto che ieri al Bernardini girava una battuta: «L’avremmo riscattato anche se avesse fatto mezza presenza». Si è visto fin dall’inizio che i numeri erano importanti: se ne sono accorti tutti, compagni in primis, dagli attaccanti (Totti in particolare) ai difensori, passando, ovviamente, per i brasiliani con cui fa gruppo spesso e volentieri fuori dal campo. In campo, nonostante la giovane età - diciotto anni compiuti a maggio - si comporta già da leader, tanto che da quando è entrato praticamente non è più uscito.
L’esordio col Bologna, al 74’ come terzino al posto di uno spaesato Piris, poi di nuovo in campo contro la Juve al posto di Balzaretti e infine, ma in realtà è l’inizio, debutto da titolare all’Olimpico contro l’Atalanta il 7 ottobre. Da quel momento ha giocato sempre, con Castan prima, Burdisso poi e poi di nuovo insieme al connazionale. Contro il Torino era dato in dubbio per via di un problema muscolare ma lui, invece, dubbi non ne ha mai avuti: lunedì mattina ha fatto fisioterapia, poi ha detto che stava bene e che avrebbe giocato senza problemi. Nei 90 minuti alle parole sono seguiti i fatti: la sua prestazione è stata maiuscola, la media voto dei quotidiani in edicola ieri è stata 6.75 (la più alta di tutta la squadra), e i commenti sono stati tutti positivi.
Qualcuno si è sopreso, non a Trigoria, come detto, dove sanno quanto sia stata lunga e complessa la trattativa per portarlo in giallorosso: Sabatini lo aveva visto più di un anno fa, per strapparlo al Corinthians ha dovuto lavorare sia col club brasiliano sia con la famiglia del ragazzo, all’inizio poco propensa a un trasferimento così radicale. Non solo: il ds ha dovuto anche accelerare tutto in estate perché sia il Real Madrid sia il Chelsea hanno provato, fino all’ultimo, ad inserirsi tra la Roma e il Corinthians. Il giocatore però aveva già fatto la sua scelta. E non è difficile capire perché: a 18 anni voleva un club che puntasse forte su di lui e la Roma, a differenza degli altri, glielo ha fatto capire fin dal primo giorno
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