(Il Romanista - C.Zucchelli) - Trentaquattro secondi. E’ il tempo che ci mette Luis Enrique in sala stampa per rispondere alla prima domanda che gli viene fatta: «Lei ha visto un passo indietro della squadra in questa ultima settimana?».
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Luis: «Sono molto deluso»
(Il Romanista – C.Zucchelli) – Trentaquattro secondi. E’ il tempo che ci mette Luis Enrique in sala stampa per rispondere alla prima domanda che gli viene fatta: «Lei ha visto un passo indietro della squadra in questa ultima...
L’allenatore della Roma si tocca il volto, guarda alla sua destra, dove c’è un manifesto del Cagliari che, rivolto ai tifosi, dice: «Noi ci siamo, e voi?», sospira. Pesa bene le parole. Con lui ci sono l’interprete e il vice, Moreno. La sala stampa, piccola e sistemata sotto la tribuna chiusa per inagibilità, aspetta in silenzio. Luis Enrique risponde: «Non mi piace parlare di passo indietro, ma sono davvero molto deluso per quello che ho visto in campo».E’ la prima volta che il tecnico abbassa gli occhi quando parla. Neanche dopo Firenze, dove pure aveva preferito utilizzare il suo spag n o l o p i u t t o s t o che l’italiano, era apparso così scosso. Non si aspettava una Roma così e non cerca alibi: «Non parlo delle assenze, sarebbe facile dire che mancavano De Rossi o Osvaldo, ma è un problema di squadra che dobbiamo risolvere assolutamente. Così non si va da nessuna parte». (...)
Al Sant’Elia la difesa è stato il reparto più in difficoltà ma l’allenatore spagnolo non fa distinzioni tra i giocatori: «Si attacca e si difende in undici, lo dico sempre. Così è difficile andare avanti, ripeto che sono davvero deluso per quello che ho visto». E giù parole di fuoco: «Ho visto venti minuti incredibili e venti patetici. Fare questo discorso per me è molto triste». Che Luis Enrique non fosse soddisfatto della squadra si era capito già durante la partita: continuamente in piedi a dare indicazioni oppure seduto a parlare con la panchina, a ogni passaggio sbagliato dai suoi giocatori mani nei capelli e gesti di imprecazione. Oggi a Trigoria non le manderà a dire alla squadra. Non lo ha fatto ieri perché dopo le partite, un po’ per gli impegni con le interviste, un po’ per scelta, preferisce lasciare subito lo spogliatoio. Solo dopo aver rivisto la partita parla ai giocatori. (...)
Ma noi dobbiamo vincere, avere continuità non vincerne due, poi perdere, poi pareggiare. Così non si va da nessuna parte». E’ un problema psicologico? «Se un giocatore professionista, in questo momento di crisi, avesse un problema psicologico sarebbe grave. E’ un problema tattico». E già da oggi si cercherà di risolvere. A Trigoria, col lavoro e con i confronti. I dirigenti sono accanto al tecnico, hanno in lui massima fiducia. Luis Enrique lo sa. Per questo, dopo aver raccontato la sua delusione e la sua amarezza, conclude il giro di interviste, mentre anche Totti è davanti ai microfoni, conclude con una frase che è – deve essere – il manifesto per il futuro: «Sapevamo e sappiamo le difficoltà che ci sono. Ma continueremo a lavorare».
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