(Il Romanista - F.Cassini) Quando Lamela raccoglie l’assist volante di Totti e scaglia in rete il sinistro che vale il sorpasso, in panchina Luis Enrique fa un gesto verso Moreno a metà fra rabbia e rammarico:
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Luis: «Sempre forza Roma»
(Il Romanista – F.Cassini) Quando Lamela raccoglie l’assist volante di Totti e scaglia in rete il sinistro che vale il sorpasso, in panchina Luis Enrique fa un gesto verso Moreno a metà fra rabbia e rammarico:
la Roma che voleva è arrivata proprio all’ultima giornata, quando l’addio è già stato ufficializzato, i giocatori salutati e a Trigoria ci si prepara a guardare avanti. Ma non è che il tecnico ci ripensa? «Ma no, non scherziamo - ride Luis Enrique alle telecamere di Roma Channel -, il mio pensiero l’ho espresso l’altro giorno e resta quello: ringrazio tutti per la stagione che mi hanno fatto vivere. È stato un vero piacere e io tiferò per sempre Roma». L’ultima dell’ormai ex tecnico della Roma è una partita strana, cominciata male e finita bene, in mezzo tante azioni e la sensazione che in questa stagione maledetta forse sarebbe bastato poco per far andare le cose in modo diverso. «Un pizzico di rabbia perché quanto fatto oggi avremmo potuto farlo prima? Ma no. Questa era una partita non troppo facile per noi, visto tutto quello che è successo negli ultimi giorni, ma la squadra ha fatto di tutto anche quando eravamo in svantaggio. Nel complesso credo sia stata una partita bella da vedere, abbiamo creato tante palle gol e ci siamo divertiti. Penso che alla fine abbiamo chiuso il campionato al posto che siamo riusciti a ottenere e che la prossima stagione sarà molto positiva per la Roma. Io continuerò a seguire la squadra, naturalmente, anche se soltanto dalla televisione».
Ringraziamenti ricambiati dai giocatori, su tutti Gabriel Heinze, particolarmente dispiaciuto dell’addio del tecnico perché (...) «abbiamo lo stesso carattere e lo stesso modo di scherzare ». «Eh, con Gabi ci siamo sempre trovati in sintonia - conferma il tecnico -. Mi piace il suo modo di essere, per molti versi è uguale a quello che avevo io da calciatore. E poi a me piace quando riesco a convincere i giocatori con il lavoro sul campo, è molto meglio che sentirsi sempre dire di sì senza convinzione, ma questo è un discorso che vale per tutti. I ragazzi hanno sempre avuto un comportamento ottimo. Li ringrazio tutti e spero di vedere la Roma il più in alto possibile il prossimo anno». Per Luis Enrique nessuna sensazione particolare al triplice fischio, quello che ha sancito la fine della sua esperienza sulla panchina della Roma: «No, ma io non sono un sentimentale (...) sono una persona abbastanza fredda. L’altro giorno, quando ho parlato alla squadra, è stata una chiacchierata piuttosto difficile perché è sempre difficile parlare con il cuore. Ma al fischio finale nessun pensiero strano, solo per la partita, che avevamo preparato per vincere, come se fosse la prima del prossimo anno e mi auguro che sarà così». Gli ultimi pensieri da tecnico della Roma sono tutti proiettati al futuro, quasi che il finale del Mauzzi sapesse un po’ di presagio per la squadra che verrà, anche se senza Luis Enrique: «Avete visto, alla fine è uscito pure il sole. Il prossimo anno non ci sarà questa tutta questa sfortuna, vedrete. Vedremo una grande Roma, ne sono sicuro».
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