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Luis Enrique: “«La Juve imbattuta? A Torino per comandare»

(Il Romanista – D.Giannini) – Che a Trigoria da qualche tempo si respiri un’aria meravigliosa lo si era già capito da quello che la Roma sta facendo vedere in campo. Una squadra impressionante, che gioca, diverte e si diverte.

Redazione

(Il Romanista - D.Giannini) - Che a Trigoria da qualche tempo si respiri un’aria meravigliosa lo si era già capito da quello che la Roma sta facendo vedere in campo. Una squadra impressionante, che gioca, diverte e si diverte.

E quelli che non giocano non vedono l’ora di farlo. Senza gelosie, ma con la giusta determinazione per guadagnarsi un posto e partecipare attivamente alla festa. Proprio come sta facendo Pablo Daniel Osvaldo, che è out per infortunio ma che scalpita per tornare in campo. Un aneddoto divertente ed emblematico di questo stato d’animo lo ha raccontato Luis Enrique nel corso della conferenza stampa di ieri alla vigilia della partita dei quarti di Coppa Italia contro la Juventus: «A 5’ dalla fine della partita con il Cesena Osvaldo era vicino alla panchina e mi ha detto: “Mmmm… sentite la mia mancanza”». Una Roma allegra ma concentrata, così come è apparso ieri il tecnico. Una squadra che vuole continuare a vincere anche contro quella che finora è stata la prima della classe del nostro campionato. (...)

Quali sono le differenze in questo momento con la Juve?La differenza in classifica è chiara perché loro sono stati molto regolari e noi no. All’inizio non abbiamo trovato la regolarità che sempre cercano le squadre. Credo che la Juventus nella partita che ha giocato qui abbia dimostrato di essere una squadra vincente. E’ venuta a fare la sua partita, a fare la sua proposta, a vincere all’Olimpico e quasi lo riusciva a fare. Noi dovremo andare nel loro stadio a fare la stessa cosa: andare a fare la nostra proposta e vedere se siamo capaci di battere questa squadra. Credo per noi possa essere uno stimolo incredibile sapere che loro non hanno perso ancora quest’anno. Maggiore stimolo questa squadra non potrebbe avere.

Da quando non c’è Osvaldo, 4 gol di Totti, 2 di Borini, 2 di Lamela, uno di Pjanic nel ruolo di trequartista. Cosa è successo? Quando noi allenatori parliamo di giocare come una squadra è perché durante la stagione ci sono sempre problemi. Se la squadra non sa risolvere certi problemi perché un calciatore come Osvaldo è infortunato, che si fa? Iniziamo a pregare? Manca Osvaldo? E’ un peccato prima per il calciatore e poi per la squadra. Ma non succede nulla. Viene un altro, sapendo cosa facciamo come squadra e quello che cerchiamo di ottenere… Per me la strada giustaè quella. Non so se è una coincidenza o no, ma io non ero preoccupato di chi potesse segnare. L’importante per me è vedere che la squadra si comporta alla stesso modo. Detto questo, è chiaro che ci sono differenze tra un calciatore e un altro. Ma il calcio non è che se tu oggi sei meglio di me, vai a giocare meglio di me. No. Ci sono tante cose che sono importanti. Il problema per me (un problema benedetto) è che se tutti si allenano bene, io devo comunque scegliere 11 ragazzi. Ma, quando parliamo di squadra noi allenatori, o io almeno penso così, lo facciamo perché sappiamo che una squadra è più importante di qualsiasi giocatore. E dopo ci sono sempre questi calciatori che tutti sappiamo che sono un riferimento. A me piace tantissimo sentire che la squadra sta facendo di tutto per far bene dopo l’infortunio di Osvaldo.(...)

Prandelli ha aperto alla possibile convocazione di Totti agli Europei. Prevale in lei il sentimento dell’appassionato di calcio che vorrebberivedere Totti in Nazionale o ha un pizzico di timore da allenatore della Roma che vorrebbe tutelarlo da possibili nuovi impegni, nuove fatiche?Io? Timore? Mai! Sono stato calciatore e qualsiasi allenatore mi avesse detto che non potevo andare nella mia Nazionale… mamma mia! Magari, magari Francesco potesse tornare in Nazionale. Sempre se lui vuole, e non so se lo vuole. Ma io non ho paura di questo. Mi piacerebbe questa estate vedere tre-quattro giocatori nostri nella nazionale italiana. Per me sarebbe incredibile.

Prima della gara con la Juve disse che la cosa che invidiava più alla Juve era l’intensità della corsa. Se avessi saputo che quella era la soluzione, lo avrei detto prima. Mi hanno detto di un calciatore della Juve, Chiellini credo, che ha spiegato come non avesse visto in questa stagione una squadra che corresse come noi. E’ fantastico! Se all’epoca pensavo che quella fosse la cosa più interessante della Juve, adesso penso che sia la regolarità. Spero di avere questa regolarità. Se prima abbiamo recuperato la stessa intensità della Juve, adesso voglio la stessaintensità e anche la regolarità. Questo significa fare la partita sempre con la stessa mentalità. Credo che per noi sia un ottimo momento per andare a Torino pieni di fiducia e pensando che ce la possiamo fare.

Lei finora ha parlato di diversità tra le due squadre. Qualcosa le accomuna? Giocano il miglior calcio in Italia? No. Il Milan gioca bene, la Juve, la Lazio, che l’ho vista giocare bene ieri (domenica, ndr). Il Napoli e l’Udinese giocano bene. Le squadre che vincono di solito giocano bene. L’Inter gioca bene, ognuno gioca a modo suo, ma per me giocano bene. Il Chievo Verona gioca bene, il Catania gioca bene. In tanti giocano bene, a Roma facciamo quello che possiamo. (...)

La squadra non è mai entrata all’Olimpico tra i fischi… E’ molto importante, noi dobbiamo aiutare i tifosi ad essere fedeli e non fischiarci, quando ci sono state sconfitte è stato così. E’ bellissimo lo striscione: “Mai schiavi del risultato”. Prima di venire in Italia tutti mi dicevano che qui i risultati sono i risultati, poi ho visto la Curva Sud mettere quello striscione. Non so se ne ha fatto solo uno, ma intanto quello era lì. Sono molto contento di vedere il tifo sempre fedele, sono bellissimi tutti i cori della Sud, ogni volta lo stadio è più pieno, il nostro lavoro è quello di fargli capire che stiamo facendo il 100% per farli sentire orgogliosi di noi.

Tornando al discorso della preparazione. Tempo fa lei aveva detto: “State tranquilli che la squadra correrà per tutta la stagione”. Ha ancora questa convinzione? Senza nessun dubbio. Quando ho parlato della preparazione fisica, quello è un argomento gratuito. Non è mai successo che la mia squadra non corresse. Sai perché? Perché non correre è una questione di testa. Se tu ti alleni ogni giorno con quella intensità che noi cerchiamo sempre e tu vai sempre con quella predisposizione, allora tutti corrono. Non avevo nessun dubbio su questo. Non solo per il lavoro, ma perché il preparatore fisico è bravissimo. E’ normale che quando arrivano le sconfitte si parli della preparazione, ma io non ho nessun dubbio. Non esistono i picchi di forma nel calcio. La prima giornata è uguale all’ultima. Noi non facciamo la preparazione fisica per uno stato di forma. No. Noi facciamo una preparazione settimanale. Il micro ciclo che facciamo lo sa il nostro preparatore fisico che è bravissimo ed ho tantissima fiducia in lui.(...)

Cosa pensa di Conte visto che avete giocato contro anche da calciatori. La sua è una proposta molto differente da quella di Luis Enrique?Era un giocatore di livello altissimo, un vincente che in campo lottava sempre. Uno con un carattere forte. E si vede. La sua squadra gioca benissimo. Si vede che è una squadra molto elaborata, passionale, ma con una altissima predisposizione al gioco, a fare la partita. Gli ho fatto i complimenti nel girone di andata e glieli faccio adesso. Si vede il suo lavoro. L’unica cosa che mi aspetto, e che spero, è che domani la squadra non sia al 100%. O che quel 100% non sia sufficiente per vincere contro di noi. Gli faccio i complimenti, è un allenatore bravissimo.